Torna al voto la Comunità ebraica di Roma, dopo meno di due anni dall’elezione a presidente di Victor Fadlun. Ieri sera, a termine di una lunga riunione di giunta, Fadlun ha rassegnato le proprie dimissioni. All’origine delle tensioni c’è il piano di risanamento per due strutture d’assistenza socio-sanitarie (la Casa di riposo Crer di via Portuense e la Deputazione ebraica di viale Trastevere) che non ha ottenuto una larga maggioranza al momento della votazione. La proposta di Fadlun riguardava principalmente una modifica dell’assetto statutario e prevedeva l’accorpamento in un’unica società con l’idea di semplificare la gestione e di produrre un risparmio, tenendo conto delle condizioni economiche delle due strutture, una che si occupa di accoglienza e assistenza agli anziani, l’altra che sostiene le persone della comunità in situazione di svantaggio economico e sociale. Dopo alcuni giorni di tensione, con le dimissioni minacciate già venerdì scorso, ieri la presidenza di Fadlun si è ufficialmente conclusa.
La data fissata per le urne è l’otto giugno, si procederà quindi nelle prossime settimane alla presentazione delle liste e dei candidati. Sono previsti 60 giorni di campagna elettorale e, presumibilmente, già da domani partirà il toto-nomi sul successore. Fonti della Comunità ebraica a oggi non escludono una ricandidatura del presidente uscente Fadlun, la cui lista “Dor Va Dor” nel giugno del 2023 aveva ottenuto il 37,8 per cento dei voti contro il 36,2 della lista “Per Israele” che, negli anni precedenti, aveva espresso Ruth Dureghello alla presidenza e in quell’occasione era in campo con Antonella Di Castro. La lista “Dor Va Dor” nel 2023 ha stretto alleanza con “Ha-Bait” per ottenere la maggioranza ed esprimere Fadlun alla presidenza, successivamente si è creato un governo di coalizione anche con la lista “Per Israele”.