È a rischio chiusura l’Istituto statale per sordi di via Nomentana a Roma: è stata la prima scuola pubblica per sordi in Italia e rappresenta l’unico ente pubblico nel panorama nazionale a occuparsi di sordità e a porsi come punto di riferimento per le persone sorde e le loro famiglie, per enti, università, associazioni e figure professionali che operano nell’ambito della sordità.
L’Istituto dal 1997 è in attesa della riforma come ente nazionale di supporto all’integrazione scolastica e dal 2007 è sotto commissariamento straordinario, con una situazione finanziaria che ciononostante è andata fortemente peggiorando: oggi il disavanzo nelle casse dell’ente è di circa 2 milioni di euro.
“Avviare un tavolo di consultazione con i Ministeri, i rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, le organizzazioni sindacali e la Commissaria straordinaria per individuare fondi e forme di finanziamento dell’Istituto Statale per sordi di Roma, in attesa che con la riforma del settore siano individuati canali di finanziamento strutturali e stabili per avviare i lavori di riforma dell’Istituto e riconoscerne la natura di ente di ricerca”. A chiederlo e’ il Coordinamento delle associazioni che opera nella stessa struttura composta da Anios (Associazione interpreti di lingua dei segni italiana), Cabss (Centro assistenza per bambini sordi e sordociechi onlus), Gruppo Silis Onlus, Il Treno Soc. Coop. Soc.le Onlus e la Compagnia teatrale Laboratorio Zero. “La comunita’ sorda ha bisogno che il suo Istituto resti vitale, che sia data voce e forza al fermento di saperi che in essa gia’ circolano: sull’educazione del bambino sordo, sulle espressioni artistiche, sugli studi sulla lingua dei segni italiana”, spiega il Coordinamento.
“Esprimo tutta la mia solidarietà e il mio appoggio alle associazioni operanti nell’Istituto che rivendicano un vero confronto e l’avvio di un tavolo di consultazione con i ministeri competenti, i rappresentanti della conferenza Stato Regioni, le organizzazioni sindacali e la commissaria straordinaria – riferisce il il consigliere capitolino del M5s, Paolo Ferrara – Il fine deve essere quello di individuare fondi e forme di finanziamento dell’Istituto nel breve periodo, in attesa che con la riforma siano individuati canali di finanziamento strutturali e stabili; occorre quindi avviare i lavori di riforma dell’Istituto e riconoscerne la natura di ente di ricerca. L’Istituto, unico nel suo genere in Italia – conclude Ferrara -, non può chiudere perché deve continuare a occuparsi della ricerca e dell’educazione sulla sordità: le Istituzioni preposte ascoltino questo grido di allarme e provvedano”.
“Roma non può e non deve perdere questa straordinaria presenza e il contributo delle professionalità che ogni giorno, nelle difficoltà in cui versa l’istituto da anni, garantiscono attività indispensabili per l’inclusione e l’emancipazione per centinaia di cittadine e cittadini”, dichiarano in una nota congiunta il Presidente del Municipio Roma VIII, Amedeo Ciaccheri e i consiglieri capitolini di SCE, Michela Cicculli e Alessandro Luparelli “Si attivi immediatamente un tavolo tra tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti”, concludono.