Il prossimo anno – che dovrà traghettare la Capitale verso il Giubileo del 2025 – sembra essere quello del cambio di passo decisivo in tema di pulizia e decoro della città. Da gennaio, con l’attivazione del nuovo contratto di servizio di Ama, si moltiplicheranno le squadre di netturbini in strada e dovrebbero risolversi i problemi di raccolta anche in alcune zone particolarmente in sofferenza, come il Pigneto e Fonte Laurentina. Allo stesso tempo, tra l’estate e l’autunno del 2024, resta confermata la posa della prima pietra del termovalorizzatore. Sull’iter per la realizzazione dell’impianto a Santa Palomba non c’è e non ci sarà alcuna battuta d’arresto, neanche nel caso in cui fosse modificato il piano rifiuti regionale. È quanto ha assicurato l’assessora ai Rifiuti e all’Ambiente di Roma, Sabrina Alfonsi, in una intervista ad “Agenzia Nova”.
“A oggi è stata superata la crisi dei mezzi di Ama, che abbiamo avuto a maggio scorso ed è già partito il nuovo servizio di raccolta per le utenze non domestiche, che è stato rafforzato, con due passaggi per l’umido – ha detto -. Non solo la città non è in uno stato di emergenza, ma ha anche recuperato quel miglioramento quotidiano intrapreso prima della crisi. E da gennaio aumenteranno le squadre di Ama in campo a partire dall’avvio del nuovo Contratto di servizio. Ci sono delle zone sofferenti dove il servizio era tarato per un numero inferiore di abitanti e di negozi. Un esempio su tutti è il Pigneto, passato da zona a bassa densità residenziale a luogo di movida”. Altra rivoluzione, a partire dal primo trimestre del prossimo anno, riguarderà il diserbo: “Abbiamo fatto un grande cambiamento: una gara in sedici lotti da 100 milioni per tre anni. Significa che tra febbraio e marzo del 2024 ci saranno in campo squadre dedicate al verde orizzontale e verticale ma sotto il controllo del Servizio Giardini, quindi di Ama, quindi di un unico soggetto che potrà coordinare le operazioni”.
Sul fronte dell’impiantistica, inoltre, il Comune tirerà dritto. Sul termovalorizzatore, “la gara è nei tempi, è uno dei tasselli fondamentali di tutto il piano dei rifiuti e non ci saranno battute d’arresto”, ha spiegato Alfonsi. Neanche nel caso in cui la Regione Lazio, nelle modifiche al piano rifiuti, provasse a impedirne la costruzione. “Abbiamo un commissario di governo che ha elaborato il piano rifiuti di Roma. Il piano dei rifiuti regionale non può cambiare, a oggi, il piano dei rifiuti di Roma. Sappiamo che la Regione deve cambiare il piano dei rifiuti, perché gli viene richiesto un adeguamento dal ministero. In ogni caso, quando lo faranno, sul tema dell’impiantistica bisognerà fare un ragionamento serio e credo che non si possa non tenere conto del piano dei rifiuti di Roma”.
Allo stesso modo si andrà avanti con gli altri impianti, contestati dai residenti delle zone in cui dovranno essere costruiti. Si tratta di due biodigestori, uno a Cesano e l’altro a Casal Selce, due impianti per la selezione del multimateriale, di cui uno a Rocca Cencia, e un impianto per il recupero delle terre di spazzamento nell’area dell’ex Tmb Salario. “Ama ha già pronti i bandi per andare in gara per tutti gli impianti, quindi andiamo avanti speditamente. Per i due biodigestori le conferenze dei servizi sono chiuse, c’è stato solo un parere negativo della Soprintendenza archeologica competente nell’area di Cesano, ma è già prevista una nuova riunione e supereremo il parere negativo”. Rispetto alle preoccupazioni della popolazione, Alfonsi ha assicurato: “La sindrome Nimby (Not in my black yard, ndr) c’è in tutto il mondo e quindi anche a Roma. Ai cittadini però bisogna spiegare che per uscire da decenni di disagi ed emergenze, tutti i territori si devono far carico di una parte di impianti. E l’attenzione mia e del sindaco è non sobbarcare i territori che hanno già sopportato, più di altri, il peso di impianti importanti. Per questo, ad esempio, nell’area dell’ex Tmb Salario abbiamo previsto un impianto piccolo e a bassissimo impatto”.