Scaverà prima 260 metri, poi altri 500, la talpa entrata in funzione oggi in viale dei Gladiatori, all’incrocio con via Roberto Morra di Lavriano, per realizzare le due diramazioni fognarie che permetteranno nel 2026 di ripristinare la piena funzionalità del collettore alto della Farnesina, dove confluiscono le acque reflue di tre quartieri popolosi a nord di Roma: Corso Francia, Ponte Milvio e Monte Mario. “Le caditoie le abbiamo pulite ma non basta a prevenire gli allagamenti in queste zone perché non c’è abbastanza capienza sotto”, ha spiegato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, mettendo in moto la talpa. “Per questo abbiamo lavorato fino dall’insediamento sul collettore alto Farnesina. Oggi parte la talpa per scavare il bypass in cui passerà la conduttura”. Il primo tratto da 260 metri si estende da via dei Gladiatori fino allo stadio del tennis, il secondo da 500 metri andrà dalla curva nord alla curva sud dello stadio Olimpico.
Il cantiere è finanziato con 11 milioni di euro di fondi comunali e il lavoro consiste nella creazione di una deviazione (in due tratte) che ricongiungerà la testa e la coda del collettore, scavalcando la parte danneggiata durante la riqualificazione dello stadio Olimpico svolta nel 1990. L’intervento permetterà anche di mettere a sistema i numerosi collettori fognari presenti nella zona: tra questi, sarà riparato e messo in funzione il collettore di Gronda realizzato nel 2010 e mai attivato a causa del malfunzionamento del collettore alto della Farnesina. Tutti i lavori termineranno nel 2026, a oggi l’opera è infatti sviluppata al 60 per cento. “È un lavoro veramente complicato, più di quello di piazza Pia – ha sottolineato l’assessora ai Lavori pubblici di Roma, Ornella Segnalini – perché dobbiamo andare in sotterraneo con la talpa come quando si scava una galleria in una montagna”.
Il termine ultimo del cantiere è slittato in avanti rispetto alle previsioni iniziali (dicembre 2024) a causa del rinvenimento di pre-esistenze archeologiche nell’area: gli scavi infatti hanno restituito una struttura monumentale residenziale di età romana – il cui tempo di vita si estende dall’età tardo repubblicana fino almeno al III secolo d.C. – oltre a un certo numero di reperti pertinenti a fasi e periodi cronologici precedenti a quelli documentati dalle mura, con significative attestazioni di età arcaica e medio-repubblicana. Per portare a termine l’opera, sotto la supervisione della Soprintendenza di Stato, è stato quindi effettuato lo smontaggio dei reperti, per il successivo studio e conservazione dei ritrovamenti. I lavori hanno così potuto riprendere e al termine degli scavi la talpa verrà estratta e sarà possibile avviare i lavori per l’attivazione dei tratti di collettore 1 e 2 ormai realizzati. “Ridurre il rischio idraulico e idrogeologico sul nostro territorio è da sempre tra le priorità della nostra amministrazione. Una volta completata quest’opera ridurrà sensibilmente il rischio di allagamenti”, ha concluso il presidente del Municipio Roma XV, Daniele Torquati.