Roma: parte ampliamento Città Giudiziaria, 5 anni e minor consumo di suolo possibile – VIDEO

Ministro Salvini: ci diamo appuntamento all'estate del 2029, non più qui in Regione

Parte ampliamento della Città Giudiziaria a Roma, 5 anni e minor consumo di suolo possibile.
Parte ufficialmente l’iter per ampliare la Città Giudiziaria di piazzale Clodio, a Roma, con la costruzione di un nuovo edificio in grado di ospitare le strutture e il relativo personale, nel periodo in cui alcuni immobili che costituiscono la città giudiziaria di Piazzale Clodio, verranno ristrutturati e rinnovati. Il termine della prima fase è stimato entro cinque anni, quindi si conta di inaugurare la struttura per l’estate del 2029. Il nuovo edificio, a termine delle operazioni di ristrutturazione dell’attuale Città Giudiziaria, accoglierà in via definitiva le ulteriori funzioni legate alle attività che a oggi necessitano di una nuova e adeguata collocazione. La nuova struttura sarà situata nell’area del parco di Monte Mario, limitrofa alla Città Giudiziaria, minimizzando il consumo di suolo. Oggi in Regione Lazio è stato siglato il protocollo tra il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri. Il protocollo di intesa verte sulla realizzazione dell’intervento di ampliamento ed è finalizzato alla definizione condivisa delle azioni, delle procedure e delle relative tempistiche da attuare per la costruzione del nuovo edificio. L’obiettivo è predisporre un cronoprogramma che possa scandire e coordinare le attività da attuare per favorire anche una riqualificazione complessiva del quadrante di piazzale Clodio.

“Finalmente vediamo una sinergia pragmatica di organismi che qualche volta sono in conflitto tra loro, amministratori, partiti, magistrati, governo, ministero. Noi sappiamo che ci sono delle differenze di opinioni, devono esserci, sono il sale della democrazia ma penso, spero e auspico che sulle ragioni fondamentali che riguardano l’organizzazione e l’efficienza della giustizia siamo e dobbiamo essere tutti d’accordo”, ha detto il ministro Nordio. “Ci diamo 5 anni, quindi ci diamo appuntamento all’estate del 2029, non più qui in Regione. E conto che sia io che Nordio saremo ancora qui”, ha aggiunto il ministro Salvini. Sia il presidente Rocca che il sindaco Gualtieri hanno sottolineato la necessità di tutelare gli spazi del Pratone di via Teulada.

“Abbiamo posto un tema serio, quello dell’impatto ambientale – ha detto Rocca – sarà minimo, come sarà minimo il consumo di suolo. Costituiremo un comitato tecnico per questo. Ci sarà una grande riqualificazione del parco di Monte Mario. È una risposta da un lato alle esigenze della giustizia e dall’altro a quelle della comunità. La Regione continuerà a lavorare all’interno del comitato tecnico”. Il presidente poi ha scherzato: “Il palazzo di giustizia lo vedo come una metafora, è una delle opere più brutte dell’architettura moderna e sì associa alla pena, mi auguro questo sia occasione di bellezza e riscatto”. “Abbiamo deciso di non essere fuori da questo processo, avremmo potuto perché Roma non è parte integrante, ma ci siamo per contribuire e per poter intervenire anche attraverso una rimodulazione del progetto, che è in fase preliminare, è possibile poterlo spostare il più possibile sugli spazi già asfaltati – ha aggiunto Gualtieri -. Vogliamo privilegiare la riduzione di consumo di suolo ma vogliamo anche che sia occasione di rigenerazione del territorio, il nostro impegno è perché sia occasione per creare spazi adeguati, per il corretto svolgimento delle funzioni della giustizia e allo stesso tempo salvaguardare e valorizzare una area verde, penso che questi due interessi possa essere compatibili”.

Tuttavia durante la mattinata davanti alla sede della Regione Lazio un presidio di associazioni è sceso in protesta per chiedere di salvare il Pratone. “Gualtieri fai la scelta giusta”, si leggeva su un cartello. “Salviamo il Pratone”, recitava uno striscione giallo. “Da cinque anni ci battiamo perché non venga costruito questo edificio, è l’ultimo prato accessibile a disabili e anziani, è l’ unica riserva protetta e intoccabile della zona”, ha spiegato Maria Teresa De Bellis dell’associazione Insieme 17 Aps. “Pensiamo non sia lecito costruire a piazzale Clodio. Il palazzo non serve, ci sono luoghi abbandonati in prossimità, a parte le caserme. E anche costruendo sulla parte cementificata si chiuderebbe la visuale su Monte Mario e su casale Strozzi in restauro. Non bisogna togliere il verde dalla città, è una questione di salute”. In piazza con i cittadini tra gli altri esponenti del Pd, la minisindaca del Municipio Roma I Lorenza Bonaccorsi e il capogruppo del Pd alla Regione Lazio Mario Ciarla, esponenti di Azione, come il consigliere municipale del centro Giuseppe Lobefaro, esponenti dell’Alleanza verdi sinistra, come Ferdinando Bonessio di Europa verde.

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