Roma 2021. La città riparta dal commercio, la proposta di Marchese (Calenda)

Riqualificare i servizi, ma anche aumentare i controlli contro la concorrenza sleale e stringere una nuova alleanza col Comune

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Giovanna Marchese

Giovanna Marchese ha un’esperienza decennale nel commercio romano. Punto di riferimento per tanti, ha ricoperto incarichi in organizzazioni di settore, ha dialogato con le istituzioni per ribadire le ragioni di un settore che ha cominciato a soffrire ben prima del Covid. Nel settore del commercio e della ristorazione sono 120 mila le imprese romane. Marchese si è candidata con Calenda perché, ci dice, “si è sentita  azionista di un grande progetto dove le nostre tante e piccole esperienze erano al centro di una visione di rilancio della città, per il rispetto che nutro per il mio lavoro, nella convinzione che dopo questo anno così  strano e disperato per le nostre tante economie affacciate sulle strade dei  quartieri, non ci sarebbe stata un altra occasione”.

Troppe saracinesche abbassate 

Marchese delinea il quadro di una città allo stremo, soprattutto dal punto di vista produttivo. “Questo COVID-19 ci ha spazzato via ed ancora oggi, se attraversi la città anche nelle vie più commerciali il 30% delle saracinesche chiuse, sono diventate allegorici murales che però non riescono a vivacizzare quegli angoli spenti – dice – Veri buchi neri oggi, nella continuità commerciale di vie una volta famose e ricercate per l’immagine internazionale che aveva Roma nel passato recente del boom economico nel dopoguerra. Portarsi dietro una busta colorata del più grande sistema di shopping diffuso dall’Eur, a Vigna Clara, dalla Prenestina a Boccea, da SanGiovanni ai Parioli, ecc…passando per il centro storico, dove i clienti residenti e stranieri,  correvano a flotte ingrossando la fama del nostro Made in Italy nel mondo”.

Puntare sugli artigiani e sul piccolo commercio

E allora che fare? “Ripartiremo  dalla filosofia lanciata con le ‘Reti d’impresa’. Una ricchezza  già disseminata per Roma e provincia  di esempi virtuosi ad alto capitale umano  che potrà diventare la ‘garanzia’ di cui abbiamo fortemente bisogno per ritornare a sudare, per noi commercianti, artigiani , operatori dei mercati, ristoratori, ambulanti pronti ad accogliere l’economia ed il turismo che verrà, riaffermando l’importanza della nostra esistenza in vita come presidio di legalità e moltiplicatore di opportunità sociali”. 

Rafforzare i controlli per una maggiore qualità del commercio 

E oltre che puntare su migliori servizi, come la raccolta dei rifiuti, bisogna migliorare  la disciplina del commercio. Giovanna Marchese fa notare che le regole ci sono, quello che manca sono i controlli, soprattutto per quanto riguarda la vendita fuori orario di bevande alcoliche, ma anche sul rispetto dei vincoli sull’occupazione di suolo pubblico, sul rispetto del catalogo arredi, sulla qualità dei prodotti, sulle licenze di locali che offrono intrattenimento notturno e più in generale sulle diffuse pratiche di abusivismo commerciale. È quindi necessario: Aumentare i controlli sia fisici che telematici, con rotazioni non prevedibili; Ripristinare i cosiddetti Annonari, il Corpo della Polizia Locale di Roma Capitale specializzato nel controllo del commercio, strutturato in nuclei specifici per tipologia commerciale, seguendo il modello dell’Unità Annonaria e Commerciale della Polizia Locale del Comune di Milano.

Un nuovo rapporto col Campidoglio

E poi va stretta una nuova alleanza tra Comune e commercianti, dice Marchese. Spesso gli esercenti sopperiscono in prima persona alle mancanze del Comune nella cura degli spazi pubblici, pagando di tasca propria e senza che ci sia un riconoscimento del lavoro svolto. Per iniziare una nuova stagione di collaborazione tra Comune ed esercenti, il Comune deve: Utilizzare lo strumento delle concessioni per promuovere la gestione di luoghi pubblici e aree verdi da parte degli esercenti: in cambio di agevolazioni amministrative, ad esempio in materia di OSP, gli esercenti ricevono in carico la gestione del decoro delle aree in concessione. Adottare il Regolamento dei Beni Comuni, per una maggiore inclusione delle imprese, singole o aggregate, nella gestione e nella rigenerazione di spazi pubblici, in forma occasionale o continuativa, tramite lo strumento dei Patti di Collaborazione. Permettere la realizzazione nei parcheggi di scambio di strutture di servizi ai cittadini (riparazione e manutenzione auto, riparazioni sartoriali, artigianato alimentare, etc.) da realizzare in convenzione con privati (imprese, consorzi, reti, etc.).

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