Ecco le principali notizie della giornata dalla rassegna stampa a cura di Marco Moretti che potete ascoltare anche in versione podcast (clicca qui).
Il mosaico delle elezioni romane è ancora in composizione, ma le tessere più importanti sono al loro posto, a cominciare dal dato che saranno Enrico Michetti e Roberto Gualtieri a contendersi quello che – il 16 e 17 ottobre – diventerà un vero e proprio referendum. Fortunatamente senza quorum, altrimenti le elezioni romane sarebbero da annullare: l’affluenza si è fermata sotto il 49 per cento. Il tutto riassunto nel titolo del dorso locale di Repubblica: “Michetti-Gualtieri, sfida finale. Al voto meno di uno su due. Exploit di Calenda, crolla Raggi”.
Ha vinto l’astensionismo
Tanti editoriali dedicati proprio all’astensione e molti ritratti della sindaca uscente, prima della storia di Roma, Virginia Raggi battuta in maniera netta. I giornali la danno al terzo posto, ma nella notte, con lo scrutinio che è andato avanti, Raggi è stata sorpassata per qualche migliaio di voti da Carlo Calenda, quello dell’exploit.
Calenda e Raggi, “nessuna indicazione di voto al ballottaggio”
La lista di Calenda è il primo partito a Roma, davanti a Fratelli d’Italia e Partito democratico. Calenda è molto soddisfatto, in una intervista sul corriere dice: “Niente accordi, tradirei gli elettori. Così i dem imparano a darmi del leghista”. Il leader di Azione dice però che lui puntava a fare il sindaco: “La mia non era una corsa di testimonianza, volevo andare al ballottaggio e questo non è successo”. Ma anche Virginia Raggi ha fatto sapere che non dirà chi scegliere nel derby Michetti-Gualtieri. E Tommaso Labate scrive: “Torna il bipolarismo con l’incognita Grillo e la corsa al simbolo bruciato”, e per lui sia Michetti sia Gualtieri si faranno vedere davanti al ponte di Ferro andato a fuoco per l’incuria.
Michetti teme il sorpasso di Gualtieri
Mattia Feltri sulla Stampa scrive: “Nelle periferie si registrano i più alti tassi di astensionismo, la gente è rimasta a casa a salutare col silenzio la sbornia e la grancassa dell’ultimo imbonitore. Il grillismo, quel tipo di grillismo, è volato via in un soffio di vento”. Al quartier generale di Michetti ieri si respirava un certo sollievo sulla performance solida del candidato di centrodestra, contrariamente alle accuse di scarso appeal, ma su tutto aleggia lo spettro che Michetti abbia fatto il pieno di voti e concreto rischio sorpasso di Gualtieri. Leggiamo ancora da Repubblica: “Al secondo turno sarà durissima, perché Roberto Gualtieri potrà, si suppone, contare sul supporto degli elettori di Virginia Raggi e Carlo Calenda”.
Bechis sul Tempo: “Enrico Michetti è la sola carezza che gli elettori italiani hanno voluto dare al centrodestra. Il ballottaggio è in salita ma si può vincere”. In campo democratico, nelle suppletive di Primavalle vince il Pd Andrea Casu.
Nei Municipi la disfatta del M5s
Dai Municipi non parla quasi nessuno, andiamo su Leggo che titola: “M5S perde tutti i mini sindaci”. Nessun presidente eletto al primo turno. Ballottaggi destra contro sinistra, il centrodestra ne porta 8, il centrosinistra 7.
Il candidato no vax davanti a tutti
Cosa ne è poi degli altri 18 candidati sindaci? Riprendiamo dal Messaggero: “In 18 sotto l’1 per cento. Il no vax davanti a tutti gli altri con la lista 3V, che stanno per vaccini, vogliamo verità”. Ma in quel caso siamo ben lontani dal terremoto politico.