Ecco le principali notizie della giornata dalla rassegna stampa a cura di Marco Moretti che potete ascoltare anche in versione podcast (clicca qui).
Le autorità russe potrebbero aver ottenuto dati sanitari di cittadini italiani, in prima battuta della regione Lazio. Oggi il Corriere scrive che “esiste una relazione allegata all’accordo stilato nel 2021 tra l’ospedale Spallanzani e l’istituto Gamaleya di Mosca in piena emergenza pandemica per l’accesso pieno ai laboratori e al sistema informatico in uso a Roma, un dettaglio finora sempre negato dai vertici dello Spallanzani che anzi hanno sempre sostenuto il contrario”. Nella relazione ci sono anche i nomi e i profili delle tre scienziate russe inviate a Roma. “Una missione durata 23 giorni e la cooperazione è proseguita anche dopo, fino a quando la Regione Lazio non ha ritenuto inopportuno andare avanti. L’obiettivo dichiarato era fare ricerca sullo Sputnik, il vaccino russo al quale le agenzie regolatorie non hanno mai concesso l’autorizzazione”.
Un cardinale romano alla presidenza della Cei
Restiamo sul Corriere che a proposito della nomina del Cardinale Matteo Zuppi a presidente della Cei ufficializzata ieri, ripercorre il suo passato in un profilo che parte dai tempi della sua frequentazione del liceo classico Virgilio “dove conobbe Andrea Riccardi che fondò la Comunità di Sant’Egidio. Ma tra i compagni di liceo c’erano anche Francesco De Gregori, Riccardo Di Segni, Rabbino capo di Roma. E c’era David Sassoli di cui ha recentemente celebrato i funerali e i pionieri della comunità negli anni del fermento post-conciliare”.
La Roma gioca in trasferta ma nella Capitale è stop a tram e bus dalle 22
È ormai prassi consolidata dei grandi club di calcio di organizzare la visione televisiva della partita nello stadio della città in occasioni particolari quando la squadra è in trasferta. E questo succederà anche stasera per la finale della Roma in Conference league contro il Feyenoord. Quello che non è normale è che si fermi il trasporto pubblico. Riprendiamo la notizia dalla Repubblica “Niente bus né tram in tutta la Capitale: dalle 22 e fino alle 3 del mattino successivo i mezzi pubblici si fermano. La metropolitana corre fino alle 23.30 (solito orario del mercoledì), poi per chi esce dallo stadio Olimpico o lavora fino a tardi l’unico modo per tornare a casa è l’auto privata. Per i più fortunati c’è il taxi, forse lo sharing (ammesso che bici, motorini e monopattini arrivino nella zona da raggiungere). Per la semifinale della Conference League, quando a inizio maggio la Roma sfidava il Leicester, i mezzi pubblici dell’Atac erano stati sospesi solo nella zona del Tridente, al Centro di Roma, dalle 23 alle 2 del mattino successivo. Qualcosa di simile è invece avvenuto in occasione della finale degli Europei: anche in questo caso la partita era fuori sede (allo stadio di Wembley a Londra), giocava l’Italia e i tifosi erano in gran parte già in Centro, davanti ai maxi schermi o nei bar in strada. I bus si sono fermati alle 21”.
Lo scalo ottocentesco adibito a parcheggio
Dal Tempo: “Lo scalo De Pinedo diventa un parcheggio per pochi fortunati. Nel cuore della città uno scalo ottocentesco affacciato sul Tevere, tra scalinate sinuose in travertino e rampe, invece di essere valorizzato per finalità culturali e turistiche viene usato come parcheggio, lontano da occhi indiscreti e dal rischio di essere multati”.