Ecco le principali notizie della giornata dalla rassegna stampa a cura di Marco Moretti che potete ascoltare anche in versione podcast (clicca qui).
“Voto Gualtieri”, ha detto chiaramente ieri per tutta la giornata Carlo Calenda, ma è difficile ritenere la partita chiusa. Intanto perché Calenda ha detto di esprimersi a titolo personale, poi perché ha detto che comunque resterà all’opposizione e, infine, perché ha vincolato il suo voto alla garanzia che Gualtieri non farà alcuna apertura in giunta al Movimento 5 Stelle.
Tutti puntano ai voti di Calenda
La Repubblica fa calcoli, tutti presuntivi, e titola: “Michetti punta all’8 per cento di Azione”. Nell’articolo vengono riprese le parole di Maurizio Gasparri, capo romano di Forza Italia “sono voti che possono facilmente tornare a casa”. Visioni e previsioni molto politiciste. Il Corriere intervista la giovane esponente della Lista Calenda Flavia De Gregorio: 2000 preferenze per lei, che solleva qualche dubbio: “Michetti o Gualtieri? Non mi convincono, sono ancora incerta” e definisce addirittura “infiltrati Cinque Stelle nello schieramento di Gualtieri, più o meno nascosti, come Enrico Stefàno fino a poco tempo fa a capo della Commissione Mobilità del Comune”.
Michetti in vantaggio nelle periferie
In casa centrodestra, secondo il Messaggero, si guarda già alla futura giunta: “Fratelli d’Italia rivendica almeno sei assessori, troppi per la Lega a cui ne andrebbero tre”. Ma per il Corriere è chiara l’escalation del partito di Meloni a Roma: “FdI, 116mila voti in più dal 2013. Nel giro di 8 anni – tra la sconfitta nel 2013 di Alemanno e il primo turno delle amministrative di quest’anno – il partito della Meloni è passato da 60mila a 176mila voti”, un consenso concentrato nelle periferie e che è stato il vero traino per il vantaggio di Michetti. Stefano Folli su Repubblica scrive che “C’è sempre la remota possibilità che Michetti recuperi posizioni nella vasta area dell’astensionismo, ma che Gualtieri ha tutte le carte per insediarsi al Campidoglio”.
Ponte di Ferro
Dalla prima di Leggo: “Ponte di Ferro, un volantino per battere il caos traffico. Il vademecum va a ruba tra gli abitanti dei quartieri vicini al crollo. I vigili dicono, andate a piedi”. Presentata ieri la festa del cinema di Roma che inizia il 14 ottobre, leggiamo su Repubblica: “Proietti, Verdone, Baglioni le star romane si prendono la scena. Accanto ai mitici nomi hollywoodiani da Tim Burton a Quentin tarantino, si aggiungono personalità capitoline. Sarà una festa glocal: molto internazionale ma anche molto romana”.
Fascia rossa sul film La Scuola cattolica
I produttori del film “La scuola cattolica”, il film che racconta l’efferato delitto del Circeo maturato nella Roma bene degli anni 70, hanno comprato pagine pubblicitarie sui quotidiani di oggi mettendo una fascetta rossa sulla locandina che dice: “Censurato il film che denuncia la violenza sulle donne”. È l’ultimo atto di una vicenda piuttosto contorta, la censura nel cinema è stata abolita ad aprile dal ministro della cultura Franceschini, ora si va per “sistema di classificazione” che introduce quattro categorie di opere sino all’ultima, al “vietato ai minori di 18 anni”. Il film è stato vietato con la motivazione che “presenta una narrazione che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima con il carnefice”. Alessandro Trocino sul corriere si interroga “se il sistema di classificazione abbia senso oppure no”.