Colosseo: continua l`assedio dei saltafila, multati numerosi bagarini

Solo sabato e venerdì sono stati 11 sanzionati dai carabinieri di piazza Venezia. Rispetto a un biglietto di 16 euro i turisti si ritrovano a spendere tra i 50 e i 100 euro per un tour completo con guida

C’è chi si aggira sin dalle nove del mattino con il badge e la pettorina d’ordinanza. E chi si mescola tra i turisti affaticati dopo ore di attesa sotto il sole: «Signora si è liberato un posto. Se vuole le vendo un tour completo cosi entra subito». Evitare i saltafila, di fronte al Colosseo – rileva ‘’La Repubblica ‘’ – è praticamente impossibile.

Quasi come sperare di accaparrarsi un biglietto sul sito online, dove i pochi ticket disponibili vengono acquistati dai bot e rivenduti alle agenzie. Per questo sono centinaia i turisti che ogni giorno cedono alle avances dei bagarini. E, a fronte di un biglietto di 16 euro, pur di vedere il Colosseo si ritrovano a spendere cifre tra i 50 e i 100 euro per un tour completo con guida a bordo di un bus scoperto.

Il fenomeno è conclamato eppure sembra inarrestabile. Solo sabato e venerdì sono stati 11 i saltafila sanzionati dai carabinieri di piazza Venezia. La scorsa settimana erano stati 13. Anche questa volta i militari si sono mescolati tra i turisti in fila. E i bagarini hanno provato a vendere i biglietti anche a loro.

La multa di 500 euro non spaventa nessuno, così come l’obbligo di allontanamento per 48 ore. Il ricambio dei saltafila è continuo e. per ogni sanzionato, c’è già pronto un sostituto. La maggior parte di loro sono cittadini provenienti da Bangladesh, India e Pakistan, che si guadagnano da vivere trattenendo una percentuale minima sui biglietti venduti per conto di società terze, che potrebbero vendere i pacchetti su internet, ma non sotto al Colosseo. I carabinieri ora faranno accertamenti per capire quale sia l’effettivo rapporto di lavoro che lega i bagarini alle agenzie, con la consapevolezza che il vero problema rimane a monte, ossia la biglietteria ufficiale.

A gestire le prenotazioni è il ministero della Cultura tramite CoopCulture. che controlla il sito al centro dello scandalo: i biglietti messi in vendita vengono comprati in blocco da bot e poi rivenduti in rete a prezzi triplicati. E per un semplice visitatore è praticamente impossibile trovare un ticket.

A sollevare l’anomalia è stata anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom), che ha avviato un’istruttoria nei confronti di Coopculture. Al centro dell’indagine c’è proprio la piattaforma on line dove «non sarebbero stati adottati meccanismi atti a limitare procedure di accaparramento da parte dei sistemi automatici di acquisto di biglietti».

I biglietti del Colosseo non sarebbero mai disponibili sul sito del rivenditore ufficiale, «bensì solo sulle piattaforme di altri operatori (GetyourGuide, Viator, Tiqets, Musement)», che dopo averli acquistati tramite bot li rivendono «a prezzo maggiorato».

Il sistema in vigore, secondo l’Agcom, precluderebbe l’acquisto sul sito ufficiale a chiunque: visitatori singoli, gruppi organizzati e guide. Il ministro dei Beni Culturali Gennaro Sangiuliano solo un mese fa si era detto pronto a introdurre il ticket nominale che di fatto stroncherebbe il commercio pirata dei biglietti per il Colosseo. Nel frattempo, i bagarini online (e non solo) continuano a fare affari d’oro.

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