Oltre mezzo miliardo di euro per modernizzare la sanità del Lazio e costruire più di 200 tra ospedali e case di comunità per l’assistenza di prossimità. Ieri Nicola Zingaretti, scrive ‘’Il Messaggero’’, ha sbloccato in giunta il grosso delle misure – valore 550 milioni su 700 milioni – per il comparto sanitario che sarà coperto con gli stanziamenti del Pnrr.
I fondi così ripartiti: 158,5 milioni di euro sono destinati per 170 case di comunità, 86,4milioni per 44 ospedali di comunità, 20,1 milioni per 64 centrali operative territoriali, 102,8 milioni per ammodernare le attrezzature (come tomografi per risonanze e Pet , angiografi in 3D o bracci meccanici chirurgici) e il cosiddetto parco sanitario, 180,6 milioni per interventi di natura antisismica sulle strutture come il Santo Spirito in Sassia, Pertini e Sant’Eugenio,
Spiega il governatore Nicola Zingaretti: «Diamo un forte segnale di speranza per tutte le cittadine e i cittadini del Lazio: mentre lottiamo per sconfiggere il Covid, abbiamo corso per aprire subito una grande stagione di investimenti che avvicinerà la sanità alle persone, consentirà nuovi servizi digitali e l’ammodernamento delle strutture sanitarie, aprirà nuove frontiere alla telemedicina e migliorerà le cure negli ospedali, grazie alla tecnologia».
Mentre il suo vice Daniele Leodori, aggiunge: «Queste approvate ieri in giunta sono le schede che inviamo al governo e che andranno definite entro il 28 febbraio. Dopo quella data si potrà procedere con i progetti. Credo che i bandi partiranno dalla seconda metà del prossimo anno».
La Regione Lazio è pronta impegnare grazie al Pnrr e al fondo complementare investimenti per oltre 1,2 miliardi di euro. Oltre ai quasi 700 milioni di euro per la sanità, saranno impegnati anche 240 milioni per l’edilizia popolare e altri 261 milioni sul versante della mobilità, per non parlare della realizzazione di progetti invocati da tempo come il rafforzamento del porto di Civitavecchia o la riqualificazione delle scuole in chiave antisismica.
Tornando al pacchetto sanità, sessanta case di comunità (strutture che ospiteranno medici di base, pediatri o fisioterapisti) sorgeranno a Roma. Sempre nella Capitale è prevista la nascita di sei ospedali di comunità, cioè spazi per ospitare un massimo di 40 degenti che necessitano di interventi a bassa intensità clinica, per lo più garantiti da infermieri.
Strutture simili saranno create al Regina Margherita, ad Arco di Travertino, al Forlanini o al Policlinico Tor Vergata. Sei poi, sempre nella Capitale, le centrali operative territoriali, definiti dalla Regione «hub tecnologicamente avanzati per la presa in carico del cittadino e per il raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale», cioè l’evoluzione delle attuali centrali uniche come il Cup, per indirizzare i pazienti nelle strutture dove ottenere prestazioni sanitarie di emergenza-urgenza quanto socio assistenziali.
Intanto dalla Cgil, il segretario generale del Lazio Michele Azzola sottolinea che accanto alle infrastrutture e alle nuove strumentazioni la Regione dovrà inserire anche ulteriore personale, perché «solo nella nostra regione mancano all’appello quasi 3500 operatori per poter realizzare i progetti varati ieri».