Scissione M5s: in Regione Lazio i consiglieri sostengono Conte, in Campidoglio tutto tace

I sette consiglieri regionali - comprese le due assessore Roberta Lombardi e Valentina Corrado - sono stati tra i primi, la sera dell'annuncio di Di Maio, a prendere le distanze dal ministro per ribadire la fiducia a Conte. L'ex sindaca Raggi, invece, non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche, anche se è noto che tra lei e il ministro Di Maio non corra buon sangue. Ma i rapporti di Raggi non sono idilliaci neanche con Conte

La scissione del M5s, con la fuoriuscita di una sessantina di parlamentari guidati dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sembra non aver provocato effetti collaterali in Regione Lazio, dove il gruppo pentastellato ha manifestato pieno sostegno al presidente Giuseppe Conte. In Campidoglio, invece, tutto tace.

I sette consiglieri regionali – comprese le due assessore Roberta Lombardi e Valentina Corrado – sono stati tra i primi, la sera dell’annuncio di Di Maio, a prendere le distanze dal ministro per ribadire la fiducia all’attuale presidente del M5s. Nel Lazio, dunque, l’esperimento del “campo largo”, promosso da Nicola Zingaretti, con l’ingresso del M5s nella giunta regionale a trazione Pd, va avanti senza intoppi o scosse di assestamento.

“Personalmente non credo nella narrazione messa in piedi da Luigi Di Maio sulla crociata per la difesa dei valori atlantisti ed europeisti, visto che già erano insiti nella visione 5 stelle portata in questi anni in tutte le sedi europee e anche ieri, ancora una volta, in parlamento”, ha scritto in un lungo post su Facebook l’assessora regionale, Roberta Lombardi. Una posizione rafforzata dalle parole del capogruppo M5s alla Pisana, Loreto Marcelli: “Il gruppo M5s alla Regione Lazio sostiene in maniera convinta il presidente Giuseppe Conte che sta portando avanti un processo di radicamento sui territori del Movimento 5 stelle ed è al suo fianco in questo percorso di ricostruzione di una forza politica il cui scopo è quello di essere utile al Paese. Luigi Di Maio aveva già da tempo creato un suo movimento nel Movimento, bene che questa divisione sia venuta alla luce e sia stata fatta chiarezza. Se qualcuno non si riconosce più in un progetto politico è giusto che faccia le proprie scelte, dando però le dimissioni dalla forza politica in cui è stato eletto”, ha concluso Marcelli.

Sono invece cucite le bocche in Campidoglio. Per quanto sia scontato che tra i cinque consiglieri eletti dal M5s, tra cui l’ex sindaca Virginia Raggi, ci sia un confronto su quanto sta accadendo a livello nazionale, pubblicamente tutto tace. Da mesi il M5s capitolino è particolarmente compatto attorno alla battaglia aperta dal presidente Conte, contro il Pd, sul termovalorizzatore: tanto che i consiglieri, con Raggi in testa, qualche settimana fa sono partiti alla volta della Puglia per visitare un impianto (l’ossicombustore) ritenuto più ecologico di quello proposto dal sindaco Roberto Gualtieri.

Non c’è occasione, poi, che i grillini capitolini perdano per attaccare il sindaco e l’assessora ai Rifiuti sugli impianti, ribadendo i loro no sia ai biodigestori, sia al termovalorizzatore. Del resto, è fatto noto che tra l’ex sindaca Raggi e il ministro Di Maio da tempo non corra buon sangue. I rapporti di Raggi non sono idilliaci neanche con Conte, dopo una campagna elettorale faticosa e in cui l’ex sindaca non ha avuto il supporto che altri capi di partito hanno dato ai loro candidati: vedi, per esempio, Enrico Letta con Roberto Gualtieri. Tuttavia, fermo restando il tentativo dell’ex sindaca di guadagnare uno spazio nel gruppo nazionale dei pentastellati – facendo valere non soltanto l’esperienza a Palazzo Senatorio quanto pure la rappresentanza di genere – sembra inverosimile a oggi che tra i cinque consiglieri capitolini qualcuno possa seguire Di Maio.

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