Scuola: caos nel reclutamento degli insegnanti a Roma e provincia

Ne mancano circa 4 mila nella Capitale, 6 mila nel Lazio

Si torna sui banchi di scuola nel Lazio e nel resto d’Italia, ma è caos insegnanti con cattedre vuote e professori di ruolo chiamati per fare supplenze. Non fa eccezione la Capitale che con 370 istituti comprensivi e quasi 500 scuole tra strutture di primo e secondo grado è il territorio in cui vengono presentate il maggior numero di domande per l’insegnamento. Per l’anno scolastico 2022-2023, soltanto per la disponibilità a effettuare supplenze all’Ufficio scolastico regionale sono arrivate 370 mila domande, tante quante quelle arrivate in tutta la Regione Emilia Romagna.

I fondi stanziati dal ministero dell’istruzione non sono sufficienti a reperire, tra dirigenti e insegnanti di ruolo, un numero adeguato di commissari che possano vagliare le istanze. E a questo si aggiunge il rodaggio del software del Miur attraverso il quale la procedura di reclutamento dei docenti è diventata telematica. La combinazione dei due fattori ha generato la carenza di insegnanti, nella Capitale e nell’area metropolitana di Roma.

“A Roma ne mancano circa 4 mila, 6 mila nel Lazio”, stima Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma (Anp Roma), interpellato da “Agenzia Nova”. Un gap che potrebbe essere colmato “utilizzando le graduatorie provinciali per le supplenze”. Oggi, spiega Rusconi, “ci sono stati diversi disguidi con alcune figure di ruolo che sono state chiamate per fare supplenze, o ci sono state scuole in cui servivano tre posti e invece ne è arrivato uno solo”. Il sistema “è macchinoso” e secondo il presidente di Anp “servirebbe un sistema decentrato”. Intanto “le scuole possono chiamare direttamente dalle loro graduatorie interne” ma anche in questo caso “si riscontrano delle difficoltà”. Parla di problemi “di natura sistemica” Michele Sorge, segretario della Cisl Scuola Roma e Rieti.

“Ci sono casi singoli tutti differenziati, ognuno ha il suo problema specifico di reclutamento nella scuola, quello che emerge però è che ci sono due o tre ordini di problemi di natura sistemica, con molte scuole che hanno anticipato l’apertura degli istituti rispetto al 15 settembre, come previsto dalla Regione Lazio”, spiega Sorge. “Sicuramente non è vero a Roma che oggi tutti gli insegnanti erano in cattedra. Da un lato – sottolinea Sorge – c’è la questione dell’organico Covid che nei due anni di pandemia ha sopperito alle carenze in termini di vigilanza, sicurezza e pulizia dei locali, l’organico è sotto di svariate centinaia di posti di lavoro tra Roma e provincia. Dall’altro lato, sul fronte degli insegnanti, c’è un sistema di reclutamento informatizzato, per l’immissione in ruolo e per le supplenze annuali, chè è rodato ma ha ancora delle criticità”. I problemi del sistema informatico riguardano principalmente le procedure concorsuali.

“L’Ufficio scolastico regionale – ha proseguito il sindacalista – per mancanza di commissari ha rallentato molte procedure concorsuali, non tutti i concorsi si sono chiusi, c’è un ritardo dell’Usr che è imputabile alla carenza di fondi e alla normativa. Chi deve svolgere questo lavoro, dirigenti scolastici o insegnanti, deve farlo in orario extra scolastico e in cambio di una somma che è una mancetta. Per questo non si trovano commissari e tutto il sistema è rallentato”. È così quindi che si verificano le situazioni denunciate a più riprese dagli insegnanti: convocazioni arrivate a 48 ore dall’inizio delle lezioni, inserimento in ruolo di neolaureati e docenti in graduatoria da anni fuori dal giro delle supplenze. Un vero e proprio caos. Rossana, nome di fantasia, insegnante di latino e greco nelle scuole medie e nei licei da oltre dieci anni, racconta il suo calvario con il reclutamento per quest’anno. “Ogni due anni vengono aggiornate le graduatorie, dal 2020 la procedura è diventata telematica. In questo contesto gli insegnanti scelgono 20 scuole, ogni due anni, per dare disponibilità per le supplenze brevi. Dallo scorso anno è partito il sistema telematico, in gergo, tra insegnanti, lo chiamiamo l’algoritmo. Ora dobbiamo indicare 150 preferenze, possiamo indicare la stessa scuola anche più volte, e scegliere il distretto scolastico, ad esempio il Comune di Roma. A maggio l’Ufficio scolastico regionale ha un quadro delle necessità interne alle scuole e in estate lavora le domande. Quest’anno però la procedura di assegnazione si è tenuta dal 6 al 16 agosto, ci hanno avvertito soltanto una settimana prima ed è scoppiato il caos. Caos che si è combinato con le graduatorie di due concorsi, di cui uno incompleto, svolti a marzo: il risultato è che ci sono punteggi ricalcolati ma non aggiornati sul sistema, neolaureati avviati all’immissione in ruolo e docenti in attesa da anni che si trovano fuori anche dal giro delle supplenze. E le comunicazioni, per prendere servizio, a molti di noi sono arrivate venerdì sera, praticamente 48 ore prima dell’inizio delle lezioni di stamattina”.

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