Si sblocca la riforma per attribuire poteri a Roma Capitale: non sarà necessaria intesa con Regione

Depositati due emendamenti che vanno incontro alle obiezioni dei Dem romani vicini al sindaco Roberto Gualtieri. Nel testo base della riforma era previsto che a Roma Capitale fossero attribuiti i poteri legislativi come le Regioni, ma che l'identificazione delle materie su cui esercitare tali poteri dovessero essere definiti attraverso una "intesa" tra Stato e Regione Lazio: una procedura che per il Pd romano vicino a Gualtieri rischiava di dare il diritto di veto alla Regione

Si sblocca la riforma costituzionale che attribuisce poteri legislativi a Roma Capitale, ferma da due settimane in Commissione Affari costituzionali della Camera. I relatori, Stefano Ceccanti (Pd) e Annagrazia Calabria (Fi) hanno infatti depositato due emendamenti che riscrivono la riforma, venendo incontro alle obiezioni dei Dem romani vicini al sindaco Roberto Gualtieri. A fare arricciato il naso del Pd romano nel testo base della riforma era che questa prevedeva sì che a Roma Capitale fossero attribuiti i poteri legislativi come le Regioni, ma che l’identificazione delle materie su cui esercitare tali poteri dovessero essere definiti attraverso una “intesa” tra Stato e Regione Lazio; una procedura che per i Dem romani vicini a Gualtieri rischiava di dare il diritto di veto alla Regione.

Dopo lunghe mediazioni, protrattesi fino a poco prima della seduta, Ceccanti e Calabria hanno presentato due emendamenti che superano tale obiezione. I poteri legislativi di Roma Capitale, sono “individuati con statuto speciale adottato da Roma capitale a maggioranza dei due terzi dei componenti dell’Assemblea capitolina, sentita la Regione Lazio” fermo restando che le competenze sulla salute rimangono alla Pisana. Inoltre “entro due anni dall’entrata in vigore” della riforma costituzionale, “Roma Capitale adotta lo Statuto speciale” e “con legge dello Stato, sentite Roma Capitale e la Regione Lazio, sono definite le norme di attuazione”. Ceccanti ha convenuto che la proposta dei relatori risponde alle “critiche” e che introduce “una maggior celerità e semplicità delle procedure relative all’autonomia legislativa”.

“Dobbiamo assolutamente evitare – ha commentato Calabria – che la riforma dei poteri di Roma Capitale possa scontrarsi con veti che ne inficino l’attuazione”. Veti dai Dem romani che ora dovrebbero cadere. Entro l’8 giugno i gruppi potranno presentare dei subemendamenti alle proposte dei relatori e dal 14 si inizierà a votare in Commissione, così da portare il testo in Aula il 20 giugno. Una corsa contro il tempo per approvare definitivamente la riforma, con doppia lettura di Camera e Senato, entro fine legislatura. (di Giovanni Innamorati per Ansa)

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