Un ottobre così siccitoso a Roma non lo si vedeva da anni, almeno dal 2003. I dati indicano che nel mese in corso è piovuto solo per 12,5 millimetri, e la pioggia, per due terzi, si è concentrata nella giornata di domenica 22. È andata meglio a settembre, con 128 millimetri, ma comunque questo autunno si conferma “asciuttissimo”. Ne consegue che gli acquedotti sono di nuovo in sofferenza. Il razionamento è scongiurato, ribadiscono da Acea Ato 2, ma sottolineano anche che questa situazione non è sostenibile a lungo. Insomma, la siccità non molla.
Quello che preoccupa è la situazione meteorologia dei prossimi giorni, con le classiche ottobrate romane che sconfineranno fino ai primi di novembre. Infatti da qui a sette giorni non sono previste piogge nel Lazio e le temperature risaliranno fino a 22 gradi. I fiumi sono ancora in secca, come dimostra anche il Tevere. A Ripetta infatti l’idrometro segna 4,82 in calo da lunedì ad oggi.
Finora la situazione della fornitura d’acqua è stata arginata con interventi sulla rete colabrodo. Difatti ad oggi gli acquedotti dell’Acqua Marcia e delle Capore forniscono circa 1.200 litri al secondo in meno al giorno. A Roma si è evitato che i rubinetti restassero a secco accelerando gli interventi sulla rete idrica: sono 4 mila le dispersioni riparate. Il risultato è che sono stati recuperati 2.300 litri al secondo, anche se la rete avrebbe bisogno di interventi strutturali più pesanti visto che gli acquedotti romani rimangono tra i più vecchi di tutta Italia.
Nella centrale di controllo di Acea Ato 2 continuano a monitorare la situazione per razionalizzare la distribuzione dell’acqua, ma ripetono che servono nuove fonti di approvvigionamento, da individuare assieme alla Regione Lazio e considerato che le captazioni dal lago di Bracciano sono state bloccate. Basta dire che ad ottobre ci sono state 27 sospensioni o riduzioni del flusso idrico per ridurre al minimo le perdite e gestire meglio la poca acqua che scorre nelle tubazioni.
Dunque, lo spetto della siccità non si allontana.