Sky, presidio dei lavoratori davanti a Montecitorio

Presidio in piazza Montecitorio dei lavoratori Sky contro licenziamenti e trasferimenti, smantellamento sede Roma e per piano industriale. La manifestazione con sciopero è stata decisa dopo l'incontro tenutosi lunedì presso Unindustria tra i sindacati e i vertici dell'azienda

Presidio lavoratori Sky (Foto Omniroma)

Presidio in piazza Montecitorio dei lavoratori Sky contro licenziamenti e trasferimenti, smantellamento sede Roma e per piano industriale. La manifestazione con sciopero è stata decisa dopo l’incontro tenutosi lunedì presso Unindustria – Confindustria quando si sono incontrate le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil unitamente alle Rsu Sky, con la direzione del personale accompagnata dalle diverse direzioni aziendali interessate dalla riorganizzazione.

L’azienda ha descritto i razionali della riorganizzazione. Inquadrandone motivi e numeri dei lavoratori impattati su tutte le sedi. La riorganizzazione impatta pesantemente su Roma, lasciando 181 lavoratori sui 669 attuali. “Appare evidente, se ancora ce ne fosse stato bisogno, come la scelta di dismettere la sede di Roma non abbia alcuna giustificazione da un punto di vista industriale. Siamo con ogni evidenza dinnanzi all’ennesima azienda che spaccia per strategica una mera operazione di riduzione dei posti di lavoro – afferma in una nota Riccardo Saccone, segretario generale della Slc Cgil di Roma e del Lazio – Il drastico ridimensionamento di Roma è semplicemente il frutto di scelte inaccettabili. Lo conferma il fatto che per quello che rimarrebbe dell’attuale sede non è stato presentato alcun piano di investimenti. Se si realizzasse il proposito dei vertici di Sky, la sede di Roma finirebbe per diventare nulla di più che un ufficio di corrispondenza”.

“Non si può assistere passivamente alla perdita di circa 500 addetti dalle elevatissime professionalità e a un impoverimento del tessuto produttivo della nostra città – aggiunge Saccone –. Questa vertenza non può e non deve essere un semplice problema dei lavoratori coinvolti e del sindacato. Le forze sociali e politiche si devono impegnare affinché la sede di Roma diventi il centro di un progetto di sviluppo della digitalizzazione di tutto il territorio”.

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