Sport: impiantistica sportiva, bruciati più di 20 milioni di euro

Il Comune valuta di trasmettere copia del report sulle concessioni alla procura della Corte dei Conti. Canoni non versati da anni. Spesi 800 mila euro per la guardiania di impianti chiusi

E’ impietoso il report richiesto ai propri uffici da Alessandro Onorato, assessore al Turismo, allo Sport e ai Grandi Eventi sui 119 impianti di Roma Capitale. Oltre ai 13 chiusi e affidati ai vigilantes, ci sono tutti quelli per cui la macchina amministrativa sembra essersi paralizzata. Lo scrive ‘’La Repubblica’’ rilevando che negli ultimi cinque anni sono rimaste al palo decine di proposte di partenariato. 

Non sono state accolte nemmeno le idee inoltrate al Comune da ex calciatori di Roma e Lazio, incluse le vecchie glorie degli scudetti giallorossi e biancocelesti. La passata consiliatura non ha preso in considerazione 56 manifestazioni di interesse di soggetti privati pronti ad investire con la formula del project financing. 

Solo per il centro di via Manduria, al Quarticciolo, si sono fatti avanti in 20. Mentre per il circolo di via Giuseppe Mendozza, a Mostacciano, ne sono arrivate 15. Sono ancora in lista di attesa per la valutazione (per la serie «le faremo sapere) anche 8 idee avanzate dalle Federazioni sportive. Enti pubblici. Falcidiati persino gli studi di fattibilità firmati dagli stessi tecnici del dipartimento Sport: ci sono quattro faldoni di atti utili per avviare un bando, ma mai presi davvero in considerazione. 

Non è finita qui. Tra gli impianti chiusi spicca Campo Testaccio, dove pare ormai naufragata l’idea di aprire una cittadella del padel proposta dall’ex vicepresidente della Roma, Mauro Baldissoni. Poi ci sono le nuove concessioni ancora in fase di verifica per impianti in cui nel frattempo continuano le attività dei vecchi concessionari. 

Quindi il capitolo dei centri sportivi per cui gli accordi sono già scaduti da un pezzo. Una giungla di scartoffie in cui si infila anche il caso dei morosi. Il conto delle perdite, un danno per cui il Comune valuta di trasmettere copia del report alla procura della Corte dei Conti, è salato: sono andati bruciati più di 20 milioni di euro. 

In 35 casi i concessionari sono indietro già da anni con il versamento dei canoni e hanno accumulato debiti per 3,2 milioni di euro nei confronti del Campidoglio. Poi ci sono i piccoli imprenditori messi al tappeto dal continuo stop and go delle attività sportive imposto dalla pandemia. 

Il Covid ha mandato sul lastrico 33 concessionari, facendo accumulare loro 692 mila euro di morosità. Infine ci sono i 12 che non sono riusciti a restare al passo con il pagamento dei mutui contratti con le banche per lavori di ristrutturazione o per mandare avanti il rispettivo centro: su 22,7 milioni di euro di buco sono planate 17,3 milioni di coperture garantite dall’amministrazione capitolina. 

Una disfatta sanguinosa per le casse di palazzo Senatorio. Che ha deciso di iniziare a rivedere anche le concessioni di chi paga regolarmente i canoni. È il caso di Aquaniene: il centro ha un accordo fino al 2051 con Roma Capitale e fin qui ha pagato 39.301,14 euro all’anno. Le vecchie comunicazioni in cui era stata abbozzata una trattativa per rivedere l’importo sono rimaste carta morta. 

L’amministrazione capitolina insisteva per alzare l’importo a 330 mila euro l’anno. Una somma ritenuta troppo alta dai gestori del centro, disposti ad arrivare al massimo a 130 mila. Una controfferta che avrebbe comunque più che triplicato la cifra che il Comune incassa ora. Ma il botta e risposta si è misteriosamente interrotto quattro anni fa. 

Ora, dice Onorato, si riparte: «Cinque anni di immobilismo hanno portato a spendere più per la guardiania di impianti chiusi ( circa 800mila euro all’anno ndr)  che per la promozione sportiva. Ci sono concessioni scadute perché nessuno ha mai lavorato ai prolungamenti ottenibili rispetto agli investimenti fatti. Proposte di partenariato di privati pronti a investire su impianti sportivi chiusi sono rimaste nei cassetti. Oggi stiamo lavorando per aiutare chi ha una morosità incolpevole data dal Covid e recuperando puntualmente i canoni di chi ha pensato di fare il furbo con Roma Capitale. Restituiremo gli impianti chiusi alla pratica sportiva nei prossimi mesi. I fatti parlano chiaro, le polemiche (alzate dal M5S nelle ultime ore, ndr) le lasciamo agli altri». 

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