Stadio: la Lazio gioca la carta Flaminio, la Roma pronta a presentare il progetto Pietralata

Secondo quanto riporta La Repubblica ieri ci sarebbe stato un incorno segretissimo tra il sindaco Gualtieri e Claudio Lotito

Il progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, ormai naufragato

La battuta sempre pronta, il telefonino in connessione diretta con la Lega di Serie A per avere lumi sull’iscrizione – poi validata – della Lazio al prossimo campionato. Lunedì, alla prima visita ufficiale in Campidoglio da quando Roberto Gualtieri è il sindaco, Claudio Lotito era il solito vulcano. Attivissimo su tutti i fronti, da quello societario a quello urbanistico. Perché l’incontro, riservatissimo – scrive Lorenzo D’Albergo sul dorso locale della Repubblica –  è stato chiesto dai patron dei biancocelesti proprio per fare il punto sulla questione dello stadio. La Roma è più avanti e, dopo l’estenuante tira e molla sull’ormai naufragatissimo progetto di Tor di Valle, è finalmente a un passo dal grande annuncio. La Lazio, è questa l’urgenza dei presidente, non può restare troppo indietro. Sul tavolo c’è ovviamente l’opzione del Flaminio.

Lotito ha già visitato l’impianto del Comune, facendosi consegnare le chiavi dal dipartimento Sport, più di una volta sul finire della consiliatura Raggi. Tour in serie, accompagnato dai propri tecnici, per capire quello che si può e quello che non si può fare con la struttura disegnata dall’architetto Antonio Nervi con il padre Pier Luigi per le Olimpiadi del 1960. Ora la Lazio – scrive Repubblica – che con la nuova gestione di palazzo Senatorio non si era ancora mai fatta ufficialmente viva, torna alla carica nel derby degli stadi. “Noi siamo pronti”, ha spiegato Gualtieri a Lotito. Aggiungendo che però sta al club farsi avanti con dei progetti e al Campidoglio poi valutarli con i propri uffici. Insomma, secondo Repubblica, come preannunciato dall’ex ministro dell’Economia nel corso della campagna elettorale che ha preceduto le ultime Comunali, a ognuno il suo ruolo.

In fondo è lo stesso approccio con cui il Comune ha iniziato a collaborare con la Roma. Le condizioni non cambieranno per la Lazio, che ora ha il pallino in mano. Nelle idee di Lotito – si legge su Repubblica – esposte chiaramente durante l’incontro a cui hanno partecipato due tifosi laziali come il capo di gabinetto. Albino Ruberti, e l’assessore allo Sport e al Turismo, Alessandro Onorato, c’è un impianto moderno. Di ultima generazione, al passo coi tempi e gli affanni dei bilanci delle società di calcio. Serve una struttura polifunzionale, in grado di attrarre i tifosi nei giorni della partita ma di vivere anche il resto della settimana con ristoranti, negozi e un museo a tinte biancocelesti. Concept britannico, da declinare ai Flaminio. Oppure sui soliti terreni sulla Tiberina del presidente laziale. Molto dipenderà anche da cosa ne sarà del progetto da almeno 80 milioni di euro presentato dal Credito Sportivo e da Sport e Salute d’intesa con il Cassa depositi e prestiti per l’intero quadrante in cui cade anche lo stadio di Nervi. La prima proposta, presentata dalla Roma Nuoto, è stata rispedita al mittente, ricorda Repubblica. Adesso bisogna
capire se l’eventuale interesse della Lazio sull’impianto può integrarsi con i 100mila metri quadrati di piscine, palestre e campi da tennis e padel. Oppure se le due idee sono alternative. Perché, senza il club biancoceleste, il Flaminio finirebbe per ospitare partite di rugby e di calcio femminile con una ristrutturazione moderata.

Sprint della Roma sul progetto Pietralata

Ci siamo. Manca soltanto l’annuncio ufficiale. La Roma, per ora ferma a una prima bozza, è pronta a presentare il suo progetto per lo stadio a Pietralata. Secondo quanto riporta la cronaca romana di Repubblica, in Campidoglio confidano di chiudere la partita e renderne pubblico l’esito prima della pausa estiva dei lavori, prima delle ferie del sindaco Roberto Gualtieri.

“Novità sono attese già nei prossimi giorni”, dicono i più ottimisti. Segno che i lavori – spiega Repubblica – sono in fase avanzata, avanzatissima. E che, dopo il disastro del progetto dell’impianto di Tor di Valle, dalle parti di Trigona – ma pure da quelle di palazzo Senatorio – si sia preso a lavorare in modo diverso sul fronte stadio.

Nelle ultime settimane si sono registrati nuovi incontri tra i tecnici comunali e quelli del club di Dan e Ryan Friedkin. Finita la sbornia per il trionfo in Conference League, le parti sono tornate a vedersi con regolarità per scogliere tutti i nodi sulla zona scelta dalla Roma.

Il più importante resta sempre quello degli espropri. Ma la società è convinta che applicando la Legge sugli stadi il problema si risolverà in automatico. Questa almeno sarebbe l’interpretazione della norma portata al tavolo dai progettisti romanisti. Blindata, auspicano in Comune. Il rischio di esposti e ricorsi al Tar del Lazio è sempre uno spauracchio, anche se nessuno fin qui ha fiatato sull’idea di calare la nuova casa dei romanisti sui terreni di proprietà comunale dello Sdo di Pietralata. Per il resto non sembrano esserci problemi.

Al Campidoglio – racconta Repubblica- piace l’idea di uno stadio immerso nel verde, del ponte ciclopedonale, del doppio collegamento con le fermate della metro A di Tiburtina e Quintiliani, e dello sviluppo integrato dei terreni alle spalle della seconda stazione ferroviaria della Capitale. A Pietralata, infatti, non arriverà soltanto lo stadio.

La Sapienza realizzerà uno studentato da 240 posti letto e un’edificio per l’alta formazione in tecnologie innovative. Qui, poi, arriverà anche la nuova sede dell’Istat. Quindi il progetto per la nuova sede centrale di Ferrovie dello Stato. Un sistema in cui bisogna incastonare un impianto da 55 mila posti (se non 66 mila) che dovrebbe finire per occupare almeno 47 mila metri quadrati complessivi. Per il solo stadio, che non avrà centri commerciali e hotel a supporto ma potrebbe dotarsi di una Trigoria bis, come scrivono i tecnici del Campidoglio a commento del la bozza per ora presentata dalla Roma è stata individuata “in maniera approssimativa un’area di progetto che misura circa 36 ettari. Ma un’ampia porzione di detta area, pari a circa 10 ettari, ricade all’interno del piano di assetto della stazione Tiburtina”. La soluzione? A quanto pare già individuata se è vero che in Comune si contano i minuti per il grande annuncio. Lo stesso vale per l’assetto dei trasporti. Come detto, ci sono le due stazioni della metro B. Arriverà il tram sulla Tiburtina. E la questione dell’ingresso e dell’uscita delle ambulanze dall’ospedale Pertini sarebbe tutt’altro che insuperabile.

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