Stadio Roma, ex assessore Berdini: peggio di Mafia Capitale

'Non si tratta di piccoli appalti ma di un progetto enorme'

“Mafia capitale aveva fatto emergere la disarticolazione delle funzioni pubbliche di una amministrazione”, “quello che emerge dall’inchiesta sullo stadio della Roma, invece, e’ ancora peggiore, perche’ pare proprio che stavolta sia tutta la citta’ e il suo destino a essere stata consegnata nelle mani del malaffare”. E’ il giudizio dell’ex assessore capitolino Paolo Berdini, uscito dalla giunta Raggi un anno e mezzo fa, intervistato da Repubblica.

Defini’ lo stadio “la piu’ grossa speculazione immobiliare d’Europa” e ne e’ ancora convinto: “gli arresti di oggi lo confermano: il futuro della citta’ e’ passato dalle mani pubbliche a quelle private. Non si tratta piu’ di piccoli appalti, come nel caso di Mafia capitale, ma di un progetto enorme”. A suo avviso il progetto fu fatto per consenso elettorale: “Me lo spiego’ il vicesindaco Luca Bergamo. Dopo l’uscita di Francesco Totti, quando disse in tv ‘Famo ‘sto stadio’, mi chiamo’: ‘Paolo, dobbiamo fare l’impianto, una posizione contraria non la reggiamo in citta””, “io provavo a chiedere un intervento organico e invece si pensava che la scorciatoia per il consenso fosse dire si’ allo stadio. Panem et circenses”.

Raggi dovrebbe dimettersi? “La sua vittoria arrivo’ per un’esigenza impetuosa di buon governo e moralita’. Dopo due anni di errori colossali bisognerebbe avere l’umilta’ di riconoscere gli errori, riprendere il filo e puntare sulle periferie. Se non si fa cosi’, il suo destino, dimissioni o meno, e’ segnato”, conclude.

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