Tante preferenze, pochi voti (e pochissimi eletti): il caso della Lega a Roma

Alla scoperta di una dinamica particolare che si è verificata nel primo turno delle amministrative capitoline. E riguarda il partito di Matteo Salvini

Una candidata che sfiora le 5mila preferenza, tre che superano i tremila e diversi alche hanno superato le 2mila preferenze nelle ultime elezioni comunali di Roma. Tra loro la ‘prosindaca’ di Enrico Michetti – qualora fosse eletto primo cittadino – e tanti volti nomi noti della politica romana come Davide Bordoni, Barbara Saltamartini e Fabrizio Santori.

Leggendo i numeri e il blasone dei nomi in campo, un osservatore che non è riuscito a seguire le dinamiche elettorali del 3 e del 4 ottobre direbbe che, a naso, la Lega di Matteo Salvini a Roma potrebbe aver portato a casa un buon risultato. Ma non è così. La Lega, infatti, ha collezionato un modestissimo 5,93% dei consensi. Un crollo verticale, se si pensa che due anni fa, seppur in un altro contesto, la Lega a Roma aveva ottenuto oltre il 25% dei consensi. Quali sono le ragioni di questa debacle? Sicuramente ha a che fare con la fase calante della stella salviana e la popolarità di Giorgia Meloni, che a Roma è sempre stata forte ma che adesso lo è ancora di più, visto che per lei il vento in poppa soffia anche a livello nazionale.

Ma la storia della pattuglia salviniana è interessante, visto che molti di loro militavano proprio nel partito di destra che ha Roma ha fatto l’exploit. Era il 2018 e una diaspora senza precedenti portava tanti eletti delle file di Fratelli d’Italia verso il partito che fu di Umberto Bossi. Tra loro Fabrizio Santori, Flavia Cerquoni, Daniele Catalano e Maurizio Politi, ora candidati all’assemblea capitolina con Matteo Salvini. All’epoca i rapporti di forza erano invertiti, con la Lega forte e Fratelli d’Italia in difficoltà. Oggi, se dovesse vincere Gualtieri, si stima che potrebbero entrare in Aula Giulio Cesare solo due esponenti leghisti, con possibili defezioni eccellenti come quella dell’ex forzista Davide Bordoni e di altri ex meloniani ora nelle liste dell’alleato/competitor Matteo Salvini.

 

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