Il Tecnopolo di Roma, un sogno permesso dal Pnrr. Con queste parole, ieri, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, durante una presentazione all’università La Sapienza di Roma, ha definito il progetto – finanziato con 110 milioni di euro dal Pnrr – per la creazione di un polo multi-tecnologico che avrà sede a Pietralata. Partecipano al progetto 25 soggetti, tra cui sette università (una è La Sapienza), quattro enti pubblici (Cnr, Enea, Regione e Comune di Roma) e 14 soggetti privati.
L’obiettivo è dotare l’area del Centro Italia di un polo multi-tecnologico e transdisciplinare per formazione, ricerca, trasferimento tecnologico, integrando le conoscenze e le capacità delle università e del mondo della ricerca con le esigenze dell’industria, facilitando ai giovani l’accesso a opportunità di lavoro in settori trainanti della transizione ecologica e digitale e dell’agro-bio farmaceutica.
“Una creatura che sento un po’ mia – ha continuato il sindaco – e che ha un posto speciale nel cuore. Ripensando alle circostanze drammatiche della pandemia, quando il Paese ha tremato e pensavamo di non farcela, abbiamo negoziato una parte delle risorse per la ricerca e la transizione tecnologica”.
Gualtieri ha quindi ricordato che “l’Europa ha premiato questa scelta, ha premiato il sistema territoriale che si è mosso con unità e coesione per promuovere il progetto. Siamo stati premiati come sistema territoriale, perché non era l’unico progetto in campo ma è stato scelto. Progressivamente il Tecnopolo sta prendendo forma, questo è il momento in cui partono concretamente i progetti. Mettiamo a sistema una capacità di ricerca straordinaria ma costruiamo anche un sistema integrato che copre tutti gli ambiti e va a toccare i tre assi strategici del territorio su cui abbiamo importanti filiere produttive”.
All’incontro erano presenti, tra gli altri, anche il presidente di Unindustria, Angelo Camilli, e quello della Camera di commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti.
Camilli ha ricordato come il Tecnopolo rappresenti “un’opportunità molto importante per i giovani, per le imprese e per dare un contributo allo sviluppo e alla crescita non soltanto della nostra regione ma di tutto il Paese”. Ieri – ha spiegato Camilli – si sono presentate le prime attività portate avanti con la fondazione Roma Technopole, “costituita lo scorso anno e partita nel mese di settembre. Stiamo facendo il massimo sforzo, e ci stiamo mettendo il massimo impegno per rendere operativa e concreta l’iniziativa di creare una collaborazione tra il mondo dell’alta formazione universitaria e della ricerca e quello delle imprese. Può essere un’opportunità molto importante per i nostri giovani, per le nostre imprese e per dare un contributo allo sviluppo e alla crescita non soltanto della nostra regione ma di tutto il Paese. Si affrontano tematiche nuove e molto importanti come la transizione digitale, energetica e lo sviluppo del settore della biofarmaceutica. Abbiamo già messo in piedi l’organizzazione della fondazione, stiamo redigendo il piano delle attività e questa estate partiranno nuove iniziative. È già in corso un progetto importante sugli ecosistemi dell’innovazione da 110 milioni e che è stato avviato a luglio dell’anno scorso e che al suo interno include tante attività tra cui la creazione di startup e la ricerca assieme alle imprese”.
Per Tagliavanti il progetto del Tecnopolo di Roma, che prende avvio ufficialmente da oggi, è “una buona notizia per i nostri territori: il sapere incontra il saper fare. Era quello di cui avevamo bisogno”.
“Dopo la fase pandemica – ha aggiunto – abbiamo tutti un grande impegno: ricostruire un sistema economico che sia in grado di sviluppare ricchezza ma anche di creare posti di lavoro per i giovani. Un’occasione per il futuro e per i nostri territori. Per fare questo è essenziale che la conoscenza, vera grande risorsa del futuro, incontri il mondo delle imprese. Oggi sono presenti le università e le imprese del nostro territorio: si parte con un progetto comune e finanziato con fondi europei del Pnrr. Dobbiamo utilizzare al meglio queste risorse per ricostruire il nostro sistema economico e per creare un domani in cui le imprese e i territori non hanno più bisogno di fondi pubblici perché sono tanto forti da poter andare avanti con le proprie gambe”, ha concluso.