Partenza a singhiozzo per l’opera simbolo della giunta Gualtieri. Nonostante le rassicurazioni del Campidoglio, infatti, ancora non c’è traccia del bando per la realizzazione del termovalorizzatore di Roma, la cui pubblicazione – prevista per i primi di agosto – è stata poi rimandata a settembre, ma ancora tutto tace. Da programma l’avvio dei cantieri è fissato a luglio 2024, con l’entrata in funzione dell’impianto a settembre 2026.
Il termovalorizzatore della discordia
Per riscoprire la vicenda è bene tener presente quali sono le prossime date chiave. Da sempre il Movimento Cinque Stelle si batte contro il progetto, tanto da far arrivare lo scontro sul tavolo del governo Draghi. Ma anche la Cgil di Roma e del Lazio boccia il termovalorizzatore. “È una tecnologia passata, serve un miliardo per costruirlo e trent’anni per ammortizzare i costi. Bisogna piuttosto diminuire il consumo, ridurre gli imballaggi e puntare sulla raccolta e il riuso, cioè i capisaldi dell’economia circolare”, dichiara da subito il segretario generale della Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola.
Intanto venerdì 15 settembre, il Comitato No Inceneritore a Santa Palomba (il sito scelto dalla giunta Gualtieri per costruire l’impianto) si è dato appuntamento per un sit-in di protesta davanti al ministero dell’Ambiente in viale Cristoforo Colombo. Il comitato, insieme ad altri soggetti, tra i quali il Forum ambientalista e il comune di Albano, ha presentato diversi ricorsi contro il progetto, che saranno discussi in un’udienza pubblica il 30 novembre 2023 al Consiglio di Stato.
“Sono tre mesi preziosi, in cui sarebbe possibile valutare meglio le alternative”, scrive su Facebook la Rete Tutela Roma Sud. “Chiediamo di aprire finalmente un confronto sull’argomento rifiuti a Roma, i consigli comunali dell’area metropolitana, rappresentativi di oltre 270mila abitanti, hanno chiesto di applicare lo strumento del dibattito pubblico, ma va bene qualsiasi modalità, purché ci sia veramente la volontà di trovare le soluzioni migliori. Attendiamo risposte”.
Sul piede di guerra anche i sindaci di Fratelli d’Italia dei Comuni vicini a Santa Palomba, ricevuti il 14 settembre in una commissione convocata in Consiglio regionale per discutere del tema. Molti sono i dubbi anche nel centro-sinistra: l’area dem è compatta al netto dei mal di pancia per non mettere in difficoltà il sindaco della capitale; ecologisti e sinistra contrari, mentre nel centrodestra regna la confusione.
Lega e Forza Italia sono favorevoli al mega impianto, mentre nel partito della premier convivono diverse posizioni: c’è l’ala del no secco (rappresentata dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e dal coordinatore regionale, Paolo Trancassini), la posizione più interlocutoria del presidente regionale Francesco Rocca (espressione di FdI), e il prudente silenzio dietro il quale si sono trincerati in tanti. Anche la premier Giorgia Meloni tace, ma di fatto acconsente, confermando a Roberto Gualtieri i poteri commissariali che ha ricevuto da Mario Draghi. Poteri che gli permettono di realizzare un tipo di impianto per il quale non sono stati previsti finanziamenti europei perché, insieme a discariche e Tmb, non rispetta il principio “do not significant harms” (non arrecare significativi danni all’ambiente).
Le tappe
L’impianto destinato a bruciare i rifiuti della Capitale sarà operativo – secondo i piani della giunta Gualtieri – dal settembre del 2026. Avrà una capacità di trattamento di 600mila tonnellate l’anno e sorgerà in una zona industriale del Comune di Santa Palomba, periferia a sud di Roma che ricade nel IX municipio.
A dicembre 2022 il Comune di Roma, dopo aver firmato l’ordinanza, ha emanato un avviso pubblico esplorativo, per la ricerca di operatori economici interessati alla presentazione di proposte di project financing per la progettazione, costruzione e gestione del termovalorizzatore previsto nel Piano rifiuti della giunta capitolina. La manifestazione di interesse si è chiusa il primo marzo 2023 e l’amministrazione capitolina ha ricevuto una sola proposta – presentata da un raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Acea Ambiente – che è stata giudicata favorevolmente da una Commissione di valutazione tecnica ed economica.
A questo punto la palla è passata nuovamente al Comune, che avrebbero dovuto preparare il bando da pubblicare il primo agosto (con scadenza il 30 ottobre). La pubblicazione è poi slittata a settembre ma, per ora, nulla di fatto. Il vincitore della gara si occuperà di costruire e gestire l’inceneritore. Secondo il cronoprogramma l’avvio dei cantieri è fissato per il primo luglio del 2024, mentre l’impianto dovrebbe entrare in funzione a settembre 2026.
Resta aperto il tema della viabilità. Anche tra i favorevole all’opera si sottolinea il rischio di congestionare la via Ardearina con il transito di mezzi diretti all’impianto, per questo il sindaco sta valutando il trasferimento dei rifiuti per via ferroviaria. Tutto questo in attesa del bando che verrà.