Supportare le giovani imprese di Lazio, Marche e Umbria, che, nel contesto di forte incertezza post sisma del 2016, vogliono l’opportunità di reinventarsi e riposizionarsi sul mercato, rivitalizzando l’economia dell’Appennino. È questa la scommessa di Fondazione Edoardo Garrone e Legambiente, che insieme hanno realizzato ReStartApp per il centro Italia, con il patrocinio delle Regioni Umbria, Lazio e Marche e della Fondazione Symbola, i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma all’incontro Ricostruire Fiducia.
Amore per la terra, sostenibilità ambientale, tradizione e innovazione, valorizzazione dei prodotti tipici, sono le chiavi del progetto, che ha coinvolto nel 2018 oltre 30 aziende delle aree del cratere, principalmente imprese agricole, agroalimentari, di allevamento, turistiche e di artigianato. Hanno ridefinito il loro modello di business, inserendosi in nuovi mercati, puntando sulla valorizzazione della qualità e individuando nuovi canali di vendita, anche online.
In un anno e mezzo di lavoro, si sono svolti 84 incontri e oltre 600 ore di formazione professionale e consulenza, per fornire supporto e strumenti concreti in diversi ambiti: dal controllo di gestione alla ricerca di nuovi business e mercati, fino al marketing e alla comunicazione.
Tra i risultati, l’avvio di due progetti di rete – Amatrice terra Viva nel Lazio e Rizomi, Terre fertili in rete nelle Marche – per la nascita di nuove attività e alleanze sul territorio. L’Italia è il Paese con la più grande ricchezza e varietà di prodotti agroalimentari distintivi, e l’Appennino, secondo i dati dell’Atlante dell’Appennino dalla Fondazione Symbola – dà un contributo rilevante con oltre 25mila le aziende che producono, per un valore economico stimato in oltre 2 miliardi di euro, il 15% del totale nazionale Dop e Igp.
“Dal 2014, con i nostri incubatori ReStartApp e ReStartAlp, ci occupiamo concretamente del rilancio dei territori montani e marginali”, ha spiegato Alessandro Garrone, presidente di Fondazione Edoardo Garrone, “dal dialogo con Legambiente, abbiamo intuito che la nostra esperienza poteva essere messa a servizio di quei giovani imprenditori che, nonostante le difficoltà di sempre e la grave discontinuità dei danni del terremoto, volevano continuare a dare vita all’economia della loro terra”.
“A quasi tre anni dal sisma – ha osservato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – sono ancora tante le difficoltà quotidiane che ogni giorno cittadini e produttori locali si trovano ad affrontare, anche a causa di una burocrazia lenta e macchinosa e di una ricostruzione che fatica a decollare. Aiutare il tessuto imprenditoriale dell’appennino ferito, significa contribuire al rilancio economico ed occupazionale di una delle zone più belle d’Italia, che oggi rischia di spopolarsi e di andare incontro ad una desertificazione produttiva”.