Terzo Polo: Calenda chiude al partito unico, “non mi faccio fregare”

Renzi: “Mi amareggia l’attacco personale nei miei confronti, ma andiamo avanti. Rilanceremo le nostre iniziative, dove si può uniamoci”

Il leader di Azione, Carlo Calenda, confessa in una intervista a Repubblica di essere deluso: “Credevo che si potesse fare il partito unico e ingenuamente che Renzi facesse un passo di lato, dato che guadagna 2 milioni in giro per il mondo”. Poi ha capito che non era così: “Quando a dicembre si è ripreso il 100 per cento di Iv. L’ho chiamato e mi ha detto: stai sereno”. È stata anche una bega di soldi, dicono: “I soldi c’entrano il giusto, perché se fai un partito nuovo lo devi finanziare, è logico. Invece lui voleva tenere in piedi Iv, fare la Leopolda nel 2024, proprio a ridosso delle Europee, mentre noi di Azione magari finanziavamo i suoi candidati. Ma così è una follia. La verità è che Renzi strutturalmente non può fare un passo di lato. Si è visto dopo il referendum. È fatto così”. “Qualcuno – aggiunge l’ex ministro – me lo aveva detto che dovevo stare attento. Ma non credo sia stato un errore allearci alle Politiche. Anche perché io non ero sicuro di avere le firme”. Calenda definisce Renzi “uno pirotecnico, che ne fa una al giorno, come si è visto col Riformista. Ed è uno che se non stai attento ti si magna. Ma io sono un boccone indigesto”.

Insomma, si è arrivati alla rottura: “Noi avevamo fissato clausole molto chiare: sciogliere Iv e Azione, condividere i soldi, una clausola anti-lobby, che non sarebbe valsa solo per lui, ma per tutti. Serve uno scrutinio etico. Con lui non ci siamo sentiti per due settimane, lui dice che parla con Obama e Clinton. Intanto i suoi mi attaccavano a mezzo stampa e l’esercito di troll che ha su Twitter me ne diceva di ogni”. “Ma la tecnica – aggiunge – è chiara. Ho capito che era un trappolone e dato che sì, faccio politica da meno di lui, ma so come si negozia nel business, non mi sono fatto fregare”. Ha divorziato con Letta. Con Bonino. Ora con Renzi. Avrà pure qualche colpa: “Può essere che abbia un caratteraccio, ma mi sento un tipo retto. È Bonino che ha divorziato da noi, semmai. Con Letta avevamo fatto un’alleanza sull’agenda Draghi, poi è finito con Fratoianni, Bonelli e Di Maio che non aveva un voto”. E adesso: “Il nostro cantiere sarà aperto. Il partito nuovo lo faremo lo stesso. Con i libdem europei, con i popolari”, ha concluso Calenda.

“È inutile stare a rinfacciarsi le responsabilità, parliamo di futuro. Calenda ha fatto una scelta, ha fatto un errore ma ora non bisogna alimentare polemiche. Se volete discutere su chi è stato basta guardare i documenti, più di così non potevamo fare”. Lo ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ai microfoni di Radio Leopolda parlando della rottura con Azione di Carlo Calenda.

“Calenda non vuole fare il partito unico ma quello spazio politico c’è anche senza di noi, è lo spazio politico contro i sovranisti e i populismi”, ha aggiunto. “Mi amareggia l’attacco personale nei miei confronti, ma andiamo avanti. Rilanceremo le nostre iniziative, dove si può uniamoci”. “L’amarezza degli elettori è la mia amarezza, è la nostra amarezza. Se ci fosse stato un motivo politico ce ne saremmo fatta una ragione, ma non c’era”, ha aggiunto Renzi. “Con Azione abbiamo avuto due linee diverse sul mandare a casa Salvini con il Conte II, in quel momento c’era una divisione vera, complicata, politica. Quella era una divisione politica, ma stavolta non c’è niente di politico”, ha sottolineato.

“Andiamo avanti insieme là dove siamo d’accordo. Nei territori non dobbiamo fare nessun fallo di reazione. Nei gruppi parlamentari siamo per andare avanti insieme”, ha aggiunto Renzi. “Cerchiamo di fare tutto tranne i falli di reazione. Basta alle polemiche. Porte aperte alla collaborazione con Azione e nessuna polemica ‘ad personam’ come sto subendo io”, ha concluso.

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