Ucraina: Camilli, “la guerra rallenterà i piani del Pnrr”

Secondo il presidente di Unindustria, l'impatto sull'export laziale sarà minimo, invece la difficoltà nel reperire le materie prime "inciderà sui tempi di realizzazione dei piani del Pnrr". Intanto l'associazione degli industriali laziali lancia una fondazione per sostenere la candidatura di Roma all'Expo 2030

Sarà probabilmente “minimo” l’impatto sull’export laziale a casa della guerra in Ucraina. Preoccupa invece la difficoltà nel reperire le materie prime che potrebbe rallentare i progetti del Pnnr. A sostenerlo è il presidente di Unindustria, Angelo Camilli, in un’intervista al Messaggero.

“Le nostre industrie – spiega Camilli – non sono molto esposte verso questi Paesi. L’export del Lazio in questa direzione vale l’uno per cento, riguarda soprattutto la moda e il lusso, mentre per le importazioni è più coinvolta la metallurgia. Però la difficoltà a reperire materie prime può incidere sui tempi di realizzazione dei piani del Pnrr”.

E sarà proprio il combinato disposto tra caro energia, ritardi nelle forniture della componentistica e chiusura del mercato russo a pesare sul comparto industriale del Lazio.

“Dalle nostre prime rilevazioni – continua il presidente degli industriali del Lazio – abbiamo stimato che la bolletta energetica, a fine anno, salirà a oltre 3 miliardi di euro. Eravamo a un miliardo e mezzo nel 2021 contro i 600 milioni che si spendevano prima del Covid. Ma nessuno è in grado di calcolare con certezza quale sarà l’impatto per il nostro sistema produttivo”.

L’auspicio è di “chiudere il 2022 in segno positivo. Anche perché il nostro Pil farà a meno dell’apporto del turismo. Il tema principale è quello dei costi dell’energia e delle materie prime, senza dimenticare che scontiamo anche la bassa disponibilità di componentistica. E le misure sono quelle che abbiamo suggerito già prima dell’inizio della crisi ucraina: il tetto al prezzo del gas e una riduzione netta dell’Iva e dell’accisa sui carburanti, non i 15 centesimi di cui si parla”.

Unindustria inoltre ha deciso di continuità alla candidatura di Roma all’Expo del 2030 con l’istituzione di una fondazione che servirà a sostenere il progetto della Capitale. “Ieri  – ha spiegato Camilli – abbiamo incontrato nel nostro consiglio direttivo l’ambasciatore Massolo, a capo del comitato organizzatore dell’Expo: abbiamo concordato la creazione di una fondazione aperta a tutte le forze produttive della città e che affiancherà le istituzioni per lanciare progetti e rilanciare la candidatura di Roma in tutti Paesi aderenti al Bie”.

 

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