Al Veneto, grazie all’autonomia, potrebbe arrivare un miliardo di euro in più per la scuola, stessa cosa per la Lombardia, mentre l’Emilia Romagna, pur essendo tra le Regioni che tra le prime ha chiesto l’autonomia differenziata, punta sulle competenze legislative più che su strutture e personale. Le cifre sono comunque molto ingenti e hanno messo in forte allarme il mondo della scuola che è sceso in campo per dire un fermo ‘no’ ad ogni tentativo di dare il via libera alle intese sull’autonomia.
Per la prima volta le maggiori sigle sindacali del mondo della scuola, Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, Gilda Unams, SNALS Confsal, Cobas, Unicobas Scuola, insieme ad associazioni di docenti e studenti, hanno espresso unitariamente il “più netto dissenso riguardo alla richiesta di ulteriori forme di autonomia in materia di istruzione avanzata dalle Regioni Veneto, Emilia e Lombardia”. “Si tratta di un’ipotesi – hanno scritto in un appello – che pregiudica la tenuta unitaria del sistema nazionale” e per questo chiedono la mobilitazione “per fermare un disegno politico disgregatore dell’unità e della coesione sociale”.
Un gruppo di docenti, “Professione insegnante” ha anche lanciato una petizione su Change.org, raggiungendo in poche ore quasi 2mila firme. “La regionalizzazione della pubblica istruzione – si legge nel documento – è una proposta incostituzionale: non trova spazio nelle proposte che mirano a diversificare l’offerta formativa già abbastanza flessibile per via dell’autonomia scolastica che di fatto in molti contesti è risultata fin troppo deleteria”.
Per l’Unicobas con l’autonomia differenziata la scuola farà da apripista: incardinando per la prima volta la regionalizzazione del personale questo Governo aprirà la strada alle gabbie salariali anche per la Sanità ed i servizi del Meridione. “Già oggi il personale della scuola in Alto Adige – dice Stefano D’Errico, segretario Nazionale Unicobas Scuola e Università – guadagna 300 euro netti al mese in media più di quello del resto della Penisola, in Valle d’Aosta sono in media 250 euro in più; il Veneto e la Lombardia promettono di 200-300 euro in più al mese.
Ma cosa accadrà agli altri insegnanti in altri territori d’Italia? Parecchie università del Sud sarebbero persino costrette a chiudere”. Unicobas Scuola e Università e il sindacato Anief proclamano uno sciopero per l’intera giornata per il prossimo 27 febbraio mentre gli studenti dell’Uds, l’Unione degli studenti, annunciano mobilitazioni per una settimana da oggi al 22 febbraio, bloccando didattica e lezioni.