La provincia di Rieti “ha raggiunto nel 2023 un volume di esportazioni pari a 557 milioni di euro, quintuplicando i propri risultati rispetto a un decennio fa. Viterbo, dal canto suo, ha visto raddoppiare il proprio export nello stesso periodo, raggiungendo un valore complessivo di 404 milioni di euro” si legge in una nota di Unindustria. Tuttavia, queste cifre rappresentano solo una parte del potenziale reale che entrambi i territori possono esprimere. L’export aggiuntivo realizzabile per le due province, infatti, ammonta complessivamente a 365 milioni di euro: 191 milioni per Rieti e 174 milioni per Viterbo. È quanto emerge dal rapporto di Unindustria ‘Le economie di Rieti e Viterbo: sfide e potenzialità dei due territori nel panorama internazionale che cambia’, presentato oggi nella sede di Unindustria Viterbo. Lo studio, curato da Tullio Buccellato, economista del Centro Studi di Confindustria, è stato realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Rieti Viterbo e della Camera di Commercio di Roma. Apertura dei lavori affidata a Giorgio Klinger, Delegato Unindustria all’Export e alla Tutela del Made in Italy. Dopo i saluti di Domenico Merlani, Presidente Camera di Commercio Rieti Viterbo, Tullio Buccellato ha illustrato nei dettagli il rapporto. A seguire gli interventi di Andrea Belli, Presidente Unindustria Viterbo, e di Alessandro Mostarda. Presidente Unindustria Rieti. A tirare le conclusioni Luciano Ragni, Delegato Unindustria al Centro Studi.
“L’export potenziale – si spiega nella nota – è una misura dell’export addizionale ottenibile data le performance dei concorrenti più simili all’Italia. Restringendo il campo ai prodotti esportati dalle due province di Rieti e Viterbo e per ogni mercato di destinazione geografica vengono individuati i paesi esportatori che, presentando caratteristiche simili a quelle dell’Italia e, per struttura delle esportazioni, ai tessuti produttivi reatino e viterbese, riescono a ottenere risultati migliori in termini di export. L’analisi del potenziale di export delle due province evidenzia come ci siano ancora ampi margini di crescita. La qualità dei prodotti, riconosciuta sui mercati internazionali, permette alle aziende di Rieti e Viterbo di competere con concorrenti globali come Cina, Germania e Stati Uniti. Le produzioni di nicchia e la specializzazione industriale sono la chiave per rafforzare ulteriormente la presenza sui mercati esteri, con benefici tangibili in termini di occupazione e sviluppo economico.
Per Andrea Belli, Presidente Unindustria Viterbo, “dallo studio si evince che la provincia di Viterbo presenta un tessuto industriale dinamico, con il comparto della ceramica sanitaria che da solo pesa per il 45 per cento del Pil manifatturiero. Il Distretto industriale di Civita Castellana impiega oltre 2mila addetti e ha generato nel 2023 un fatturato di 377 milioni di euro. Oltre alla ceramica, il settore agroalimentare, il tessile e la lavorazione del cuoio rappresentano importanti pilastri dell’economia viterbese. Le esportazioni della provincia raggiungono 128 mercati geografici, con prospettive di una crescita sostenibile e solida”.
“L’economia della provincia di Rieti è fortemente legata al comparto farmaceutico, che rappresenta il 43,2 per cento del Pil manifatturiero provinciale: il peso riflette la presenza di una grande multinazionale come Takeda,”, ha dichiarato Alessandro Mostarda, Presidente Unindustria Rieti. “Oltre alla farmaceutica, il settore delle apparecchiature di misurazione e regolazione pesa per il 19,6% del valore aggiunto, dimostrando la diversificazione produttiva della provincia. Il distretto della “Pump Valley”, specializzato nella produzione di pompe dosatrici, rappresenta un altro fiore all’occhiello, con una competenza ben radicata che ha contribuito a far raggiungere a Rieti mercati in 112 paesi nel mondo, con Belgio, Austria e Germania che rappresentano i primi tre Paesi di destinazione”.