“Un’ora in più vale 3,5 mln di euro”, ristoranti sperano nel coprifuoco alle 24

Si stratta di una stima degli esercenti romani, "per il prossimo week end previsto + 15%"

L’ora in più dovuta allo spostamento del coprifuoco alle ore 24 da oggi, solo a Roma porterà un incremento di 3.5 milioni di fatturato al giorno per i ristoratori. E nel prossimo weekend l’auspicio è di superare i 50 milioni di fatturato, con un 15% in più. I calcoli li fa il vicepresidente nazionale e responsabile romano di Fiepet Confesercenti Claudio Pica.

Tornano i turisti a Roma

“Nei ristoranti sarà possibile prevedere due turni di cene – spiega – poi ci saranno i dopo cena, i cocktail, gli apertivi e in generale, con un’ora in più, ci saranno più persone in giro. Ci sono una serie di elementi positivi che si stanno finalmente concretizzando. I turisti stanno tornando, a Roma la prossima settimana riapriranno altri 100 hotel. Certo su oltre 1200 alberghi nella capitale, c’è anche chi ha dovuto chiudere, chi ha avuto lo sfratto, chi ha troppi debiti ma in generale c’è un clima di ottimismo, sono tornati anche piccoli gruppi di turisti con le guide”. I ristoratori chiederanno a breve al prefetto di Roma di affrontare i temi rifiuti e sicurezza.

I ristoratori romani, “più controlli su rifiuti e sicurezza”

“Vogliamo maggiori controlli – spiega Pica – ci sono spesso risse, soprattutto a Campo dei Fiori e a Trastevere, serve un coordinamento tra le forze dell’ordine, molti associati lo chiedono. E serve che polizia e carabinieri facciano turni di controllo fino alle 2 di notte, altrimenti alcune zone diventano terra di nessuno. Soprattutto dal 14 giugno, quando il Lazio e altre regioni saranno in zona bianca, serve un allungamento dei turni nella notte per assicurare maggiore sicurezza”.

Confesercenti, per città d’arte ripresa più difficile 

Gli esercenti criticano le comunicazioni fatte a inizio maggio, quando fu detto che il coprifuoco sarebbe durato fino a luglio. “È stato comprensibile dal punto di vista della prevenzione ma quel messaggio ci ha danneggiato molto, le persone si sono spaventate. Tutto sommato però il pubblico esercizio potrebbe riuscire a contenere le perdite dall’8 al 10% rispetto a prima pandemia. Certo, non mancano le attività ancora chiuse “già prima della pandemia c’erano problemi dovuti soprattutto agli affitti troppo alti”. Ma c’è stato anche chi, come alcuni esponenti della comunità ebraica, sono venuti incontro al settore riducendo gli affitti del 30%-40%. A livello nazionale la situazione – dicono i ristoratori – è più allarmante: chi soffrirà di più sono le città d’arte, avranno bisogno di più tempo per la ripresa, mentre gli altri settori, dalla montagna al mare, grazie anche alla ritornata voglia di vivere, “vedranno una impennata delle presenze anche superiore rispetto allo scorso anno”, conclude Pica.

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