VI Municipio: la proposta di Rampelli, fare di Tor Bella Monaca una “zona franca”

Uno strumento finalizzato a contrastare i fenomeni di esclusione sociale negli spazi urbani e favorire a l'integrazione sociale e culturale di chi vive in circoscrizioni o quartieri caratterizzati da degrado urbano e sociale

Via dell'Archeologia a Tor Bella Monaca di Roma

Con l’arresto di sei membri del clan Moccia e le immagini di un barista in ginocchio a chiedere pietà agli indagati, protagonisti di una spedizione punitiva nella sua attività commerciale, la settimana scorsa il tema della criminalità a Tor Bella Monaca è tornato a riempire le cronache.

Il quartiere – scrive la pagina romana di Repubblica – è diventato da tempo un simbolo della Roma violenta e degli affari sporchi. All’ombra delle Torri c’è una delle più grandi piazze di spaccio della capitale e a seminare il terrore, oltre ai Moccia, sono il clan Cordaro-Sparapano, la famiglia di origine nomade Bevilacqua e pregiudicati cresciuti in quelle strade che sono arrivati a parlare da pari a pari con i boss romani.

Violenza, degrado, disagio sociale e un esercito di disoccupati caratterizzano quella che viene chiamata Torbella, scrive Repubblica. Ma per il deputato Fabio Rampelli, esponente di Fdl, una soluzione c’è ed è rappresentata dalle cosiddette zone franche urbane, che aiutano le imprese pronte a investire in contesti difficili.

Il vice presidente della Camera, insieme a otto colleghi di Fr telli d’Italia, ha presentato una proposta di legge per istituire una ZFU nel VI Municipio. “Emergenza rifiuti, disagio sociale e criminalità sono solo alcune delle problematiche che hanno stretto questa parte del territorio capitolino in una morsa dalla quale sembra non riuscire più a liberarsi”, sostiene Rampelli. Ancora, riporta il quotidiano: “A Tor Bella Monaca il core business è lo spaccio, il tasso di dispersione scolastica, che a Roma si attesta in media sul 9%, raggiunge il 15%, mancano le scuole, gli spazi ricreativi e le aree da dedicare a eventi culturali”.

Per Rampelli la soluzione è appunto quella della Zona franca urbana, uno strumento finalizzato a contrastare i fenomeni di esclusione sociale negli spazi urbani e favorire a l’integrazione sociale e culturale di chi vive in circoscrizioni o quartieri caratterizzati da degrado urbano e sociale.

La ZFU, spiega Repubblica, favorisce infatti lo sviluppo di piccole imprese e microimprese, permettendo, a chi apre una nuova attività, di usufruire per i primi cinque anni di agevolazioni sia fiscali che previdenziali. Più nello specifico, alle imprese che aprono all’interno della Zona franca urbana, viene accordato un regime di esonero contributivo e fiscale a condizione che non abbiano più di 50 dipendenti e che riservino il 30%delle assunzioni agli abitanti della stessa ZFU. “L’istituzione di una Zona franca urbana nel quartiere di Tor Bella Monaca – aggiunge Rampelli – può rappresentare un’ottima base di partenza per la riqualificazione del territorio, che dovrà certamente essere inserita in una strategia più ampia”.

Dovrebbe poi essere il ministro delle Imprese e del Made in Italy a individuare le modalità attuative della ZFU e lo stanziamento delle somme necessarie. Occorrerà ora vedere – conclude il quotidiano – se in Parlamento ci sarà l’intenzione di portare avanti la proposta di legge presentata da Rampelli.

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