Via di Portonaccio: la Cassazione legittima 100mila multe per la violazione della preferenziale

Respinti i ricorsi dell'associazione sulle multe elevate dalle telecamere. Il Comune rischiava danni per 60 milioni. Si sta valutando un ricorso alla Corte europea.

Le multe elevate dalle telecamere della preferenziale di via di Portonaccio, tra aprile e ottobre del 2017, sono legittime. Lo stabilisce una sentenza della Corte di cassazione, atto conclusivo della lunga serie di ricorsi che hanno riguardato quasi un quarto delle 400 mila contravvenzioni piovute addosso a circa 30 mila automobilisti, in quei mesi, per violazione della corsia riservata ai mezzi del trasporto pubblico locale. Lo riporta ‘’Il Messaggero’’.

Una lunga vicenda che ha creato tante polemiche e una guerra di carte bollate con il Campidoglio, che da quelle sanzioni – si partiva da 80 euro ma si saliva già a 94 dopo cinque giorni – aveva potenzialmente ricavato oltre 40 milioni di euro, arrivati quasi a 60 con gli interessi e le sovrattasse scattate nel frattempo.

Pietra del contendere, secondo i tanti romani raggiunti dai verbali, «la mancanza di segnaletica, verticale e orizzontale, adeguata a segnalare la preferenziale» di Portonaccio, attiva dal 20 aprile 2017 e “protetta” con telecamera dal 2 maggio successivo. Ma la Corte ha definitivamente stabilito che «la segnaletica evidenziava in modo adeguato l’esistenza della corsia preferenziale» e che «Roma Capitale aveva adeguatamente pubblicizzato l’intervenuta riattivazione della corsia».

Secondo i giudici, infatti, la corsia «è stata riattivata previa l’installazione della segnaletica di preavviso, a 180 metri dall’inizio del tratto non consentito alle auto dei privati cittadini». Inoltre, si legge nelle motivazioni della sentenza, «la riattivazione della corsia preferenziale è stata adeguatamente pubblicizzata, sia sul sito internet del Comune, sia attraverso due diversi comunicati stampa del 20 e del 21 aprile 2017, sia con svariati presidi per consentire agli utenti della strada di adeguarsi alla nuova disciplina del traffico nella zona».

Sarebbe quindi da escludere un errore in buonafede da parte degli automobilisti. Sono state decine di migliaia, nel frattempo, i ricorsi presentati a prefetto e giudice di pace: molti dei quali raccolti e promossi dall’associazione Codici che, nei primi giudizi, ha ottenuto l’annullamento di quasi 1’80 per cento delle multe. Tanto che in assemblea capitolina era stata approvata una mozione, presentata da Fratelli d’Italia, che prevedeva lo stop a tutti i verbali. Ma l’amministrazione guidata da Virginia Raggi aveva tirato dritto, e ora la decisione dei giudici del Palazzaccio ribalta tutto.

«Con rammarico abbiamo appreso della sentenza della Cassazione, un verdetto che riteniamo ingiusto – sottolinea a ‘’Il Messaggero’’ Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – Ricordiamo le contestazioni per la mancanza di visibilità dei cartelli stradali, riconosciuta da una consulenza tecnica del Tribunale di Roma. Ci sono poi, a nostro avviso, alcune anomalie: a partire dalla posizione che ha assunto la Corte, entrata nel merito della valutazione delle singole questioni e dei fatti proposti nonostante la procedura limiti il pronunciamento alle sole valutazioni dilegittimità».

La sentenza della Cassazione crea un precedente giurisprudenziale che inevitabilmente avrà effetto anche sulle altre vertenze in corso su queste contravvenzioni. E così salva il Comune da un possibile danno ingente alle casse di Palazzo Senatorio. «Il pronunciamento della Corte ci amareggia, ma non può oscurare quanto fatto in questi anni per tutelare i cittadini – spiega Carmine Laurenzano, avvocato di Codici – Stiamo valutando la possibilità di un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo, ma su questo ci sarà modo e tempo per tornarci, perché stiamo verificando la fattibilità di questa iniziativa che vorremmo attuare per difendere migliaia di romani che si sentono danneggiati e chiedono giustizia».

Le telecamere della preferenziale, peraltro «fanno ancora duemila multe al giorno, anche a causa di una segnaletica orizzontale che scolorisce con il tempo e dalla mancanza di un pannello luminoso che indichi ¡I divieto, come quello utilizzato per le Ztl», sostiene Luca Cardia del comitato “MultopoliPortonaccio”, che rappresenta oltre 18 mila automobilisti.

 

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