Vinitaly: i vini del Lazio puntano alla conquista di Cina e Corea

Arsial, buyer cinesi attratti soprattutto da uve autoctone

Chiusura in bellezza di Vinitaly al padiglione del Lazio e di Arsial. A fare da protagonista, il tanto atteso ritorno dei buyer cinesi, dopo i lockdown e i divieti della pandemia, e una qualificata delegazione della Corea. Opportunità concreta per centrare l’obiettivo di guadagnare nuove quote di mercato, nel Paese della Grande Muraglia e nei mercati orientali tutti. I vini laziali, come emerge dall’ottimismo degli operatori che si respira nell’area espositiva, hanno letteralmente conquistato i buyer asiatici, affascinati dal loro sapore unico, figlio della tradizione degli Etruschi e dei Romani. Di particolare interesse, per la delegazione della Cina, i vini autoctoni, per un mercato che punta sulla qualità e guarda ai vitigni autoctoni come a una rappresentanza del territorio, della cultura e della storia del Lazio.

Un successo oltre le aspettative, considerato che le piccole produzioni di qualità sono spesso prodotti di autoconsumo e difficilmente riescono a rivolgersi a un mercato nazionale o internazionale. Grande successo anche per l’agroalimentare, uno dei principali settori-chiave per il Lazio, non solo per gli aspetti economici, ma anche culturali. Il settore è stato rappresentato a Verona dagli espositori di Sol&Agrifood, il Salone internazionale dell’Agroalimentare di qualità che si svolge in concomitanza con Vinitaly. Una fiera business to business, rivolta agli operatori di settore, pensata per chi offre e cerca solo prodotti d’eccellenza, suddivisi in tre macroaree negli stessi spazi di Verona Fiere: olio extravergine di oliva, food e birra artigianale.

Tantissimi i visitatori che hanno apprezzato l’ampia offerta del Lazio, portata al Vinitaly di Verona in un padiglione di 1800 mq, realizzato in collaborazione con l’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio), che ospita 63 aziende provenienti da tutte le province, 2 consorzi di tutela, inoltre 3 Docg, 6 Igt e 27 Doc, oltre a 37 vitigni autoctoni. In occasione dell’inaugurazione del padiglione, l’assessore alle Politiche agricole della Regione Lazio, Giancarlo Righini, ha annunciato che la Giunta sta lavorando a una nuova legge sull’enoturismo, per valorizzare il patrimonio vitivinicolo laziale. E la significativa presenza di operatori, evidenzia l’Arsial, va nella direzione della strategia che la Regione Lazio intende adottare per aumentare le quote di mercato: investire in qualità e nei passaggi generazionali, puntando su innovazione, ricerca, sostenibilità e sul potenziamento delle produzioni biologiche, in grado di offrire molte opportunità per il collocamento dei giovani nel mondo del lavoro.

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