Roma, a Open fiber (Enel-CDP) anche il secondo bando Infratel

La gara, aggiudicata il 26 luglio, comprende tra le aree interessate alla nuova infrastruttura, anche il Lazio. L’intenzione è quella di raggiungere con la rete in fibra 270 città entro il 2022

La fibra di Open Fiber arriva a Roma Sid
La fibra di Open Fiber arriva a Roma Sud

In Italia la banda larga va veloce, ma il “digital divide”, il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione (in particolare personal computer ed internet) e chi ne è escluso, resta. Un rapporto AGCOM, uscito a fine 2016, descrive lo stato delle reti italiane, della banda larga e della connettività in generale. Con risultati a volte sorprendenti.

 

In Italia sono stati registrati circa 15 milioni di accessi alla banda larga, oltre mezzo milione in più rispetto a inizio 2016. Sul fronte degli abbonamenti alla banda ultralarga, l’Italia resta al 25esimo posto della classifica europea e ben al di sotto del valore medio di utilizzazione (media Ue 37%). I dati seguono un andamento irregolare se rapportati alle varie regioni, con un importante sviluppo in alcune aree, a cui corrisponde un ampio digital divide con altre parti del Paese

 

Il primo bando Infratel per la diffusione della banda larga nelle “aree bianche”, quella scoperte dalla rete, è stato vinto agevolmente da Open Fiber, una joint venture di proprietà di ENEL e Cassa Depositi e Prestiti.

 

La prima gara ha riguardato aree a fallimento di mercato di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo e Molise (4,5 milioni di abitazioni). La seconda – comprendente anche il Lazio – è stata vinta da Open Fiber a tavolino con TIM. L’aggiudicazione ufficiale da parte di Infratel c’è stata annunciata nel tardo pomeriggio di mercoledì 26 luglio.

 

L’intenzione della società è quella di raggiungere 270 città con 1 Gbps entro il 2022, obiettivo che scende a 30/100 Mbps, se riferito alle aree più complesse del Paese, su cui il Ministero dello Sviluppo economico ha stanziato fondi importanti.

 

Nel Lazio qualcosa si muove: in atto un piano con fondi europei

Ma in questi anni il Lazio non è stato a guardare e ha deciso di impostare un piano regionale, che dotasse alcune aree di una buona connessione. Obiettivo: fornire una connettività dignitosa alle zone meno connesse del Lazio, le cosiddette “aree bianche”. Per questo la Regione Lazio, due anni fa, ha presentato il “Piano Banda Ultra Larga”, con l’idea ambiziosa di portare la connettività a 30 Mbps, in tutto il territorio regionale, entro il 2020. Il piano prevede anche di portare la connettività a 100 Mbps sul 50% del territorio e su tutte le scuole, ospedali e uffici amministrativi.

 

Decisivo l’utilizzo dei fondi europei: si stima siano stati circa 186 i milioni di risorse europee messi a disposizione della connettività laziale. Un totale che include 121 milioni di euro provenienti dai fondi FESR – il Fondo europeo di sviluppo regionale – 40 milioni di fondi FEASR – il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale – e 25 milioni derivanti dalla vecchia programmazione europea 2007-2013 (fondi FESR e FEASR) e nazionale (fondi FAS).

 

Ed è proprio con il recupero di questi 25 milioni che è stata attivata la parte, forse, più delicata del programma, quel piano “Lazio 30 mega”, che intende ridurre il gap digitale tra le “aree bianche” laziali e le zone più connesse del Paese.

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