“Un fondo di 5 milioni di euro per essere vicina all’inevitabile stagione di crisi aziendali verso la quale stiamo andando”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio e segretario del Pd, Nicola Zingaretti, presentando il pacchetto di misure regionali sul lavoro per il biennio 2019/2020, che stanzia un investimento di circa 180 milioni di euro.
“Abbiamo istituito un fondo di 5 milioni di euro, – ha spiegato il governatore – che speriamo di non usare, per intervenire e sostenere le imprese in crisi, ma purtroppo credo che lo useremo perché il fatturato delle imprese è crollato del 7,7 per cento”. Mentre le misure per l’occupazione riguarderanno “oltre 70mila persone”.
Per Zingaretti “gli indici di fiducia stanno crollando, siamo in una fase di piena recessione in Italia e all’avvio di una nuova fase drammatica per quanto riguarda il rapporto tra le persone e il lavoro. Quindi – ha precisato- la Regione si è tutelata con un fondo di 5 milioni di euro per essere vicina all’inevitabile stagione di crisi aziendali verso la quale stiamo andando”. Il governatore ha puntato il dito sulle responsabilità del governo giallo verde: “Purtroppo l’Italia è in recessione, il paese si sta avviando verso una fase drammatica che il governo sembra non vedere”.
Tra le misure del pacchetto lavoro c’è anche il programma garanzia giovani che prevede un piano da 56,8 milioni di euro per 48mila giovani (contrasto alla disoccupazione giovanile e e miglioramento dell’occupabilità per under 30). Previsto anche un ‘bonus assunzionale’, ossia un incentivo economico fino a 8mila euro per chi assume con contratto a tempo indeterminato.
E proprio sul salario minimo, commentando la proposta del M5S, il governatore ha sottolineato che “ci sono proposte di legge presentate anche dal Partito Democratico in Parlamento, però io dico: errare è umano perseverare è diabolico, su materie come queste bisogna sempre avere il protagonismo innanzitutto delle forze sindacali e delle forze datoriali”. Ragion per cui al suo partito ha ricordato che “bisogna avere il coraggio dell’ascolto di chi sono i principali interlocutori di politiche come queste. Sappiamo – ha concluso – che su questo c’è una grande dibattito e credo nella forza del confronto con le rappresentanze sindacali e con le forze produttive”.