L’atteso esposto in Procura dei pendolari della Roma-Viterbo finalmente è arrivato. Come anticipato da Radiocolonna, l’iniziativa è arrivata dopo il “giovedì nero” che a fine febbraio ha bloccato per ore la linea. Un guasto all’impianto elettrico che ha portato i pendolari a chiedere informazioni ad ATAC. Zero risposte.
Per questo, l’attivissimo comitato pendolari della Ferrovia Roma-Nord ha deciso – a distanza di un anno – di ritentare la sortita giudiziaria. Consapevoli che, anche stavolta, il tutto potrebbe risolversi in una bolla di sapone.
“L’ennesimo esposto, qui non cambia mai nulla” commenta amareggiato a Radiocolonna Fabrizio Bonanni, alfiere dell’iniziativa e attivista del comitato.
Tra le annotazioni inviate alle procure di Roma, Perugia, Viterbo e Tivoli, si registra la totale assenza d’interazione di ATAC e Comune di Roma con un’utenza che “paga le tasse e a cui bisognerebbe dare risposte riscontrabili”.
L’ira dei pendolari ha poi toccato il tasto delle segnalazioni: i problemi sono sul tavolo, tutti segnalati grazie a un lavoro certosino – “a titolo gratuito, mentre gli altri vengono lautamente pagati per questo” – di utenti che raccontano le proprie disavventure, catalizzate poi dal comitato.
Capitolo stazioni problematiche: nell’esposto sono state citate anche la stazione di Prima Porta, chiusa ma già vandalizzata da bivacchi e giacigli, e quella di Montebello, dove “le auto dei pendolari vengono parcheggiate dove capita, andando a ingrassare le casse comunali con le multe, invece di pensare a piani di sosta alternativi e sostenibili per i pendolari. E’ noto che quel parcheggio già non basta in condizioni normali, figuriamoci con un 30% di posti in meno”.