Atac: vendita rimesse alla prova della Raggi

Le cessioni da 400 mln impatterebbero sul piano industriale. Sindacati perplessi

Se ne sarebbe parlato ufficiosamente nel corso dell’ultimo incontro in Campidoglio con il dg dell’Atac, MArco Rettighieri. Ma la vendita degli ex depositi che potrebbe alleviare l’indebitamento sembra un affare estremamente complesso. In primis c’è un problema legato al piano industriale della municipalizzata dei trasporti. L’azienda ha presentato le linee guida lo scorso aprile e sembra che la dismissione di quindici aree tra cui quella di Portonaccio, Trastevere, San Paolo, Piazza Bainsizza e Piazza Ragusa, che varrebbero circa 400 milioni, sarebbe prevista solo in minima parte nel piano (98 milioni). L’operazione, dicono alcune fonti vicine all’azienda, sarebbe dunque da considerare come “accessoria” e dunque con un inevitabile impatto sul piano. Tuttavia la cessione delle rimesse sarebbe quanto mai necessaria. Dallo loro vendita potrebbero arrivare le uniche risorse possibili e in grado di calmare i creditori (banche e fornitori) che si preparerebbero a sollecitare con rinnovato vigore l’azienda.

 

Finora però i lavoratori sono sempre stati contrari  alla vendita del patrimonio aziendale e anche nel caso delle rimesse, a quanto apprende Radiocolonna, l’atteggiamento sarebbe di grande perplessità. E ciò renderebbe  ancora più difficile per l’azienda, alle prese con una perdita cumulata tra il 2009 e il 2014 di 1,1 miliardi e con 3.000 dipendenti oltre il necessario, varare un’operazione di cessione salutare sul piano finanziario. Anche in questo caso però potrebbe far saltare resistenze interne ed esterne la innovativa determinazione dell’Amministrazione comunale che i manager dell ‘Acea avrebbero già assaggiato, deviando loro mal grado dal core business, per contribuire alla soluzione dell’emergenza rifiuti. (Gianluca Zapponini) 

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