Partecipate, il Comune non chiude ai privati

Colomban, aziende restano pubbliche ma se serve pronti a partnership

Nessun licenziamento, nè tantomeno privatizzazione. Ma, certo, in caso di necessità si potrebbe sempre aprire parte del capitale ai privati. Massimo Colomban, neoassessore alle Partecipate fresco di presentazione ai consieglieri in Aula Giulio Cesare, questo pomeriggio ha tenuto la sua prima conferenza stampa in Campidoglio, assieme al responsabile del Bilancio, Andrea Mazzillo. Obiettivo dell’imprenditore veneto, indicare una tabella di marcia per il risanamento delle quasi 30 partecipate del Comune. Un’operazione “complessa e delicata, che certo non si risolverà in un giorno e nemmeno in un mese, ce ne vorranno almeno sei”, ha chiarito Colomban, precisando di essere “già al lavoro nella lettura dei bilanci, i cui non mi tornano alcune cose”. Per rendersi conto al meglio della situzione, Colomban compirà nelle prossime settimane una sorta di tour tra le partecipate, visitandone una per una. 

 

Resta però da capire come intervenire su un pozzo che negli anni ha inghiottito milioni di soldi pubblici. Difficile pensare che bastino i soldi del Comune, già alle prese con la gestione del maxi-debito. In questo senso Colomban non ha escluso il ricorso ai privati, pur ribadendo la natura pubblica delle aziende ed escludendo licenziamenti. “L’inefficienza delle aziende pubbliche la vediamo tutti noi. Cercherò di farle funzionare ma se poi sarà necessario applicare una partnership con i privati per ridurre i costi, perche’ no? Queste però saranno decisioni prese collegialmente”. In attesa di una strategia più articolata e di lungo periodo, le prime mosse per rimettere in sesto il sistema delle partecipate rispondono al nome di lotta alla corruzione, agli sprechi e assestamento di bilancio. Sulla prima “non vogliamo più sentire parlare di malaffare e corruzione, daremo delle regole affinchè questo cessi definitivamente”, ha spiegato l’assessore. Quanto al secondo aspetto, Colomban ha condiviso l’idea del collega Mazzillo di “portare a compimento il bilancio del prossimo trimestre entro la fine dell’anno e tutte le problematiche legate all’assestamento di bilancio. Tutte le scadenze di fine anno saranno l’occasione per informarel’assemblea capitolina a cui chiederò di calendarizzare unasessione di bilancio apposita”.

 

Fin qui il capitolo partecipate. Poi c’è quello legato al debito di Roma, le cui cifre in circolazione rimangono imprecise. Per prima cosa Mazzillo ha voluto rassicurare su un fatto. Roma non naviga verso il crack finanziario.  “Non siamo assolutamente vicini al dissesto finanziario, abbiamo un piano di rientro che viene costantemente discusso tra i nostri uffici tecnici e il Mef e da questo punto di vista non ci sono problemi di nessun genere”. Il responsabile del Bilancio ha poi cercato di fare chiarezza sul passivo di Roma capitale. “Sul debito del comune di Roma ci sono tante favole, nel 2008 si è creata un’anomalia con il commissariamento del debito e non del comune. Il debito finanziario si aggira intorno al 1,2 miliardi ed è coperto da finanziamento. Anche nel caso di Mazzillo, per una strategia più composita bisognerà attendere qualche settimana. Due per ora le linee guida. “C’è tutta un’attività che deve esser condotta per razionalizzare la spesa, rendere efficienti i servizi e recuperare tutte quelle entrate che oggi mancano e consentono di erogare i servizi ai cittadini. Una delle attività che sono riuscito a svolgere è recuperare i soldi per i servizi sociali, 9 milioni”. Il tutto per “rispettare il piano di rientro” del debito e non chiedere così al governo ulteriori finanziamenti. (Gianluca Zapponini)

 

 

 

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