GRAB, la rivoluzione può attendere: stravolto il progetto

I rappresentanti della Rete GRAB a Radiocolonna: GRAB snaturato. La Raggi? Non ci risponde

Il GRAB non è una semplice pista ciclabile ma un modo per rivoluzionare il concetto di ciclabilità e mobilità della Capitale. E’ questo il punto fermo da cui è partita la progettazione del Grande Raccordo Anulare delle Bici, l’opera ideata da un gruppo di cittadini e associazioni – capofila Legambiente – per ridisegnare la geografia ciclabile e pedonale di Roma. Un progetto che, oggi, l’amministrazione guidata da Virginia Raggi ha stravolto rispetto all’idea iniziale. E’ l’accusa mossa alla sindaca dalle associazioni che hanno progettato il GRAB, presentato nel 2015 e apprezzato dal MIT che l’ha incluso tra le cinque ciclovie nazionali finanziabili con quasi cento milioni di euro.

Ma andiamo per gradi.

L’8 maggio 2015 è stato presentato dalle associazioni promotrici lo studio di fattibilità del GRAB, un successo immediato che a fine anno (dicembre 2015) ha convinto il MIT a stanziare i fondi per la nuova realtà ciclabile. A settembre 2016 il Campidoglio ha firmato il protocollo d’intesa con il MIT e con i rappresentati delle associazioni. “Oltre a Del Rio era presente anche Virginia Raggi che, per descrivere il progetto, ha usato le nostre stesse parole – spiegano alcuni rappresentati della Rete GRAB a Radiocolonna – parole e concetti che oggi sembrano spariti dal tavolo”.

Il protocollo d’intesa, infatti, prevedeva che il Comune di Roma presentasse uno studio propedeutico alla ricezione dei finanziamenti per la progettazione.

Ma questa documentazione – chiamata “Studio preliminare sul GRAB” – è considerata un grave passo indietro rispetto alle premesse iniziali. Lo studio di fattibilità delle associazioni prevedeva un’attenzione alla disabilità, la pedonalizzazione dall’Appia Antica a Caracalla, quella di Via Giulia, l’eliminazione dei parcheggi a Villa Borghese, una ‘zona 30’ al Quadraro, la manutenzione di Tor Pignattara e della Casilina Vecchia e molte altre misure. “Nella nuova versione del Comune di Roma molti capisaldi del progetto iniziale sono stati eliminati – lamentano le associazioni – soprattutto le questioni che riguardano i disabili e l’Appia Antica”.

A dispetto di ciò che è apparso su Il Sole 24 Ore, il declassamento del GRAB da ciclovia nazionale (finanziabile dal MIT) a pista ciclabile d’interesse locale non avverrebbe da parte del Comune di Roma, ma sarebbe la conseguenza dello studio presentato dal Campidoglio. Un GRAB 2.0 che potrebbe perdere l’interesse nazionale con l’effetto che – se ritenuto semplice ciclabile – i costi sarebbero poi a carico del Comune di Roma.

Capitolo spese: lo studio di fattibilità della Rete GRAB prevede una spesa di circa 8 milioni di euro. Lo studio preliminare del Comune di Roma – con interventi ridotti rispetto al progetto iniziale – parla di un costo previsto di quasi 15 milioni.

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