Da una parte i ragazzi che sono nati in Italia, dall’altra i sovranisti. Il fine settimana di Roma è stato caratterizzato da uno scontro, in piazze diverse e per fortuna solo a parole, sullo ius soli.
Ieri da piazza della Repubblica è sfilato il corteo dei sovranisti contro la riforma della legge sulla cittadinanza, ferma al Senato dopo che ha iniziato il suo cammino in Parlamento due anni fa e che se non ci sarà la volontà politica difficilmente sarà approvata. A guidare il corteo, che ha paralizzato il traffico del sabato pomeriggio, nel centro, Gianni Alemanno e Francesco Storace. I due leader dicono: siamo 20 mila, ma nella realtà i manifestanti non sarann stati più 7-8 mila.
Venerdi pomeriggio, davanti Montecitorio, per l’approvazione della legge, hanno manifestato invece una serie di associazioni per la legge sullo ius soli: sinistra e cattolici si sono uniti per questo obiettivo.
Hanno cantato l’inno di Mameli e anche “Un italiano vero” di Toto Cotugno. Sono i ragazzi nati e cresciuti in Italia, ma senza cittadinanza che hanno voluto essere presenti alla protesta.
Al Cittadinanza Day hanno aderito la rete degli “Insegnanti per la cittadinanza” che lo scorso 3 ottobre hanno lanciato uno sciopero della fame a staffetta riaccendendo l’attenzione della politica su un provvedimento che oramai sembrava insabbiato e che e’ tornato all’attenzione della discussione pubblica.
Una piazza colorata animata dai disegni dei bambini e dai flash mob musicali organizzati dai ragazzi di seconda generazione, che si dichiarano italiani, ma che sono in attesa di cittadinanza, dello ius soli temperato. Ai manifestanti è arrivato il sostegno della presidente della Camera Laura Boldrini.