Quando Roma ha sostituito i filobus con gli autobus

Riflessione storica di Odissea Quotidiana: è stato l’inizio dei problemi. Il ruolo delle Olimpiadi del 1960

Investire sui bus, sui tram o sulle metropolitane? Nella Roma del 2018 si fa un gran parlare di dove debbano essere dirottate le risorse per il trasporto pubblico capitolino. Tra sostenitori della metropolitane ed estimatori delle tramvie, sono tanti – e differenti – i punti di visti ma quasi tutti sembrano convergere su un fatto: investire sugli autobus è inutile e antieconomico.

Ma quand’è che Roma s’è riempita di bus a scapito dell’importante rete filoviaria che copriva la città?

A rispondere a quest’interrogativo ci ha pensato Odissea Quotidiana, che ha ripercorso le tappe di un trapasso ricco di spunti e di rievocazioni storiche.

Su questo fronte, spiega OQ, ci sono essenzialmente due teorie. La prima ci porta direttamente agli anni del fascismo e sostiene che il ridimensionamento della rete tranviaria nasca con la riforma del trasporto pubblico romano del 1930. La seconda, invece, fa risalire il cambiamento agli anni ’50, quando si avvia l’eliminazione del filobus da molte linee centrali e Atac provvede all’acquisto di tanti autobus.

“Fu la rete filoviaria, che era la più estesa d’Europa, ad essere interamente smantellata a partire dal 1960 fino a che, nel luglio del 1972 l’ultima corsa dell’ultimo filobus – il 47 – terminò  nell’indifferenza dei romani” spiegano i blogger.

In quella che alcuni addetti ai lavori definiscono come la ‘devastazione del trasporto pubblico di Roma’, hanno avuto un ruolo fondamentale le Olimpiadi romane del 1960.

Sul banco degli imputati la rivoluzione programmata dall’assessore dell’epoca Agostino Greggi, un pacchetto di modifiche (es. l’istituzione dei sensi unici sui Lungotevere) che ha stravolto la rete filoviaria, aumentato i tempi di percorrenza in una complessiva involuzione del trasporto pubblico capitolino.

“In questo modo il tram è stato relegato a una funzione marginale – conclude OQ – sostituito da autobus che già da subito erano insufficienti e dalla chimera di una futura vasta rete di metropolitane.”

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