Centrodestra: alleati ma in competizione

Anche il Lazio nell'obbiettivo dell'alleanza se Zingaretti passa alla guida del Pd

La ripresa a pieno regime dell’attività politica sta facendo registrare importanti movimenti in tutti i settori dello schieramento partitico, dalla sinistra al centrodestra passando per il Movimento 5 Stelle e per il governo. Del Pd e dei grillini ci occuperemo nei prossimi giorni. Oggi focalizziamo l’attenzione su quanto sta avvenendo sulla destra, ovvero tra gli alleati-rivali Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

Il leader del Carroccio viaggia con il vento in poppa (i sondaggi danno tutti la Lega ampiamente sopra il 30 per cento dei suffragi) e giura e spergiura che il contratto di governo stipulato con Luigi Di Maio durera’ per l’intera legislatura, ovvero per cinque anni. Ciononostante, Salvini non vuole spaccare l’alleanza di centrodestra e, anche in vista delle prossime elezioni regionali, ha rinnovato in un vertice con Berlusconi e Meloni l’intesa che lo lega a Fi e FdI. Quindi nessuna sorpresa per le consultazioni che avverranno in Piemonte, Abruzzo, Basilicata e Sardegna (e non e’ escluso il Lazio se Nicola Zingaretti dovesse diventare segretario del Pd). Come precisato in un comunicato congiunto, il centrodestra avra’ un unico candidato a governatore e la stessa cosa avverra’ – si legge – “in tutti gli altri appuntamenti amministrativi”.

Come il vecchio partito socialista di Bettino Craxi, Salvini punta quindi su due tavoli: a livello nazionale sta con il M5S, a livello locale con i collaudati sodali di Forza Italia e Fratelli d’Italia che, in questo contesto, devono fare buon viso a cattiva sorte.

Ma se il centrodestra rinsalda l’alleanza, questo non significa che al suo interno regni l’armonia. Berlusconi e Meloni temono di essere fagocitati dalla Lega, guardano con preoccupazione alla sua espansione al centro e nel sud della Penisola (che avviene soprattutto a loro scapito) e quindi si muovono per evitare questa eventualita’.  Da qui l’annuncio del leader di FI di una possibile sua candidatura alle prossime elezioni europee (fine maggio 2019) e le bordate contro il governo gialloverde di cui la Lega e’ larga parte.

Anche la Meloni non sta a guardare, anche perche’ l’espansionismo leghista da Roma in giu’ avviene in particolare attingendo ai serbatoi umani della scomparsa Alleanza Nazionale, dalle cui ceneri nasceFdI. Quindi si punta a creare una “rete” di partiti e movimenti che possa essere alternativa alla Lega ed a Fi. Come ci ha detto Adolfo Urso, ex viceministro al Commercio Estero nei governi Berlusconi ed attualmente senatore di FdI, “ferme restando l’alleanza di centrodestra e la lealta’ nei suoi confronti, il progetto di Giorgia Meloni vuole unire in un solo soggetto politico quanti si riconoscono nei valori propugnati nell’area moderata e di destra, ma che non si sentono rappresentati ne’ dalla Lega ne’ da Forza Italia. Questo nuovo soggetto, che ha gia’ destato molto interesse, non vuole e non avra’ un ruolo di subalternita’ nei confronti dei suoi alleati, ma una precisa collocazione che lo rende naturale approdo per tutti coloro che credono nell’unita’ del centrodestra, ma che non si sentono leghisti o forzisti, ma italiani”.
Come si evince, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno rinnovato l’alleanza, ma nel segno della competizione interna.

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