In oltre 40 anni di crimine e’ passato dal Clan dei Marsigliesi alla Banda della Magliana alle cosche calabresi e campani. Prima rapinando banche, poi vendendo tonnellate e tonnellate di droga e riciclando denaro per centinaia di milioni di euro. Ancora a 76 anni Fausto Pellegrinetti dalla Spagna tirava le fila del commercio internazionale di stupefacenti: ad essere stato estradato oggi in Italia e’ un pezzo di storia della malavita romana e non solo. Il vecchio boss deve scontare ancora oltre 13 anni di carcere ed era latitante dal 2003, quando fuggi’ con dei documenti falsi. E’ stato arrestato il 21 gennaio, ad Alicante, in un attico di lusso.
“Uno dei piu’ pericolosi narcotrafficanti italiani in circolazione”, secondo la Questura di Roma, “uno dei principali broker mondiali della droga, al centro di interessi di ogni genere sull’asse Italia-Brasile-Spagna”, e’ ora in carcere a Rebibbia. Pellegrinetti e’ stato preso dalla polizia spagnola su indicazione di quella italiana, che indagava coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) della procura di Roma. E’ sempre aperta la caccia ai reduci della ‘Banda’ per eccellenza. Pellegrinetti muove i primi passi nel gruppo del Tufello – periferia ‘rossa’ della capitale – alla fine degli anni ’70, tra rapine e sequestri, in legami stretti con il Clan dei Marsigliesi di Jacques Berenguer e Albert Bergamelli. Nel 1980 incontra in un ristorante di Trastevere Danilo Abbruciati, Edoardo Toscano ed Antonio Mancini della ‘Magliana’: gruppo a struttura mobile, di fatto ne diventa un componente. Si parla di attentare al giudice Ferdinando Imposimato, rivelera’ Mancini. Nel ’92 Pellegrinetti finisce in un’indagine della Drug enforcement agency (Dea), l’antidroga statunitense, tra Usa, Europa e Colombia: e’ diventato un trafficante e riciclatore.
A Roma si riversa un oceano di Cocaina: 5 tonnellate per un valore di 55 milioni di dollari. Il gruppo ha un’anima criminale e un’altra manageriale ed era in contatto con la famiglia calabrese Barbaro-Papalia e con i napoletani Senese. Talmente potenti da alterare il mercato della frutta, ad esempio, senza disdegnare le slot machine. Il braccio destro di Pellegrinetti e’ Lillo Rosario Lauricella, con il quale fa affari miliardari in Brasile (viene ucciso in Venezuela nel 2002, difficile riconoscerlo dopo le molte plastiche facciali). Nel ’93 Pellegrinetti evade dai domiciliari nella clinica romana “Belvedere Mondello” e si da’ di nuovo latitante. Nel 2003 ripara in Spagna, a Marbella, dove resta finche’ non sente l’aria farsi di nuovo pesante, nonostante le identita’ false (Enrico Longo, Franco Pennello, Giulio Dedonese). Ad Alicante l’ultima fermata, catturato dalla Unidad de Drogas y Crimen Organizado (Udyco) su indicazione del Servizio centrale operativo (Sco), dopo appostamenti e intercettazioni per aggirare la sua rete protettiva. Ora stara’ dietro le sbarre.