A Roma i migranti di Gioia Tauro, no allo sfruttamento nei campi

Con lo slogan “Prima gli sfruttati” si è snodato ieri per il centro di Roma il corteo contro le "disuguaglianze sociali" organizzato dell'USB.

I braccianti di Gioia Tauro
I braccianti di Gioia Tauro

Con lo slogan “Prima gli sfruttati” si è snodato ieri per il centro di Roma il corteo contro le “disuguaglianze sociali” organizzato dell’USB e e a cui hanno parteciapato vari movimenti di sinistra. Una manifestazione che ha visto arrivare anche i braccianti immigrati della piana di Gioia Tauro.

I manifestanti, partiti da piazza della Repubblica, hanno sfilato fino a piazza di Porta San Giovanni. Un corteo per chiedere diritti e ricordare Soumayla Sacko, il bracciante ucciso nella piana di Gioia Tauro mentre raccoglieva delle lamiere per costruirsi una baracca nel campo di San Ferdinando.

 Ad aprire la manifestazione un grande striscione disegnato da Zerocalcare con su scritto ‘Prima gli sfruttati’. In testa al corteo una delegazione di braccianti che lavoravano con Soumayla in Calabria, vicino a Rosarno. Tra gli striscioni esposti dai manifestanti: “Giustizia per Soumayla”, “Non dimentichiamo” e “Schiavi mai”. Nella piana di Gioia Tauro, una giornata nei campi a raccogliere le arance non viene pagata più di 25 euro.

“Oggi a Roma c’e’ una bella piazza che vuole lanciare un messaggio chiaro, che parte da una convinzione: una civilta’ che non riesce a risolvere i problemi che crea al suo stesso funzionamento e’ una societa’ in decadenza – ha sottolineato Aboubakar Soumahoro, dirigente sindacale Usb -. E la nostra civilta’ e’ in decadenza. Domina un linguaggio barbaro, ma non si puo’ parlare di diritti senza parlare di giustizia sociale, di sessismo, di razzismo”.

Tra le richieste della manifestazione, quella di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori nella Piana di Gioia Tauro. Gli organizzatori assicurano che altre mobilitazioni di questo tipo saranno organizzate nei prossimi giorni in varie parti d’Italia.

 

 

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