A Roma il sovranismo di Salvini, a Torino l’antagonismo No Tav

Salvini parla da Leader a nome di 60 milioni di Italiani. A Piazza del Popolo anche una bandiera russa. A Torino prevale l'aspetto 'antagonista'

In una giornata purtroppo funestata dall’incredibile tragedia della discoteca di Corinaldo, le piazze di Roma e Torino tornano a riempirsi per le manifestazioni di Salvini e dei No-Tav, come risposte sia alle ‘madamin’ che hanno gremito Torino in favore del corridoio ferroviario, sia ai numerosi malesseri diffusi nei settori produttivi del Paese.

Sono state due dimostrazioni certamente riuscite: Piazza del popolo, a Roma, era gremita, anche se non traboccante, e circa quarantamila sono stati i manifestanti di Piazza Castello. Il tutto si è svolto ordinatamente, e questo è un primo spunto di riflessione. Infatti, soprattutto se si guarda a cosa sta accadendo in Francia, non si può non riconoscere che Lega e 5 Stelle hanno avuto il merito di incanalare in binari democratici, pacifici e non violenti il malessere sociale degli italiani. Oltr’alpe è come se ci fosse un moto di rifiuto che però non sa che strada prendere, al di là delle manifestazioni di piazza che sfociano inevitabilmente in tumulti. In Italia, almeno fino ad ora, la protesta non ha avuto le caratteristiche dei gilet gialli. Resta da vedere come si evolveranno le politiche di governo, per dare risposte a quel malcontento che, come ha ben dipinto il Censis, da ‘rancore’, nel giro di un anno è diventato ‘cattiveria’.

 

Matteo Salvini, in una Piazza del Popolo che vedeva sventolare oltre alle bandiere ‘locali’ anche una bandiera russa con l’aquila bicipite e alcune bandiere di un gruppo cattolico integralista, ha parlato da leader. Anche se si è schermito, dicendo che non saranno i sondaggi a condizionarlo, ha parlato chiaramente di una “lunga marcia che niente e nessuno potrà arrestare”, riconoscendo anche qualche errore compiuto (ad esempio, l’eco tassa sulle auto che probabilmente verrà abolita). Ma il ministro dell’Interno sa che il vento è dalla sua parte. Parla sempre a nome di 60 milioni di Italiani e chiede un mandato di andare a trattare con l’Ue, in un discorso molto improntato a ripetere i temi che fanno presa: legittima difesa, immigrazione, difesa dei valori cattolici, ecc.

A Torino, invece, la manifestazione è stata di carattere diverso. Nel capoluogo piemontese è mancata una figura leaderistica, ed anzi, a giudicare dalle immagini, il corteo ha preso una piega molto ‘antagonista’, con in prima fila centri sociali e comitati ‘No Tav’ . I 5 stelle presenti sono stati un po’ oscurati dal contesto generale: è vero che non si trattava di una manifestazione penta stellata, ma il risultato politico è stato probabilmente inferiore alle attese per il movimento di Di Maio. Se a Roma si son visti gli aspetti più legati a un sovranismo di destra, perfettamente rispecchiati in Matteo Salvini, a Torino il cuore batteva molto a sinistra, esaltando quegli aspetti politici che sono solo una delle molte facce del movimento grillino.

Da lunedì, però, la politica torna in Parlamento. Con una manovra economica che ha avuto la fiducia e nonostante questo dovrà essere in gran parte riscritta al Senato, dopo gli aggiustamenti che scaturiranno dal confronto che Conte avrà a Bruxelles con la commissione Ue

 

 

 

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