Affile, sacrario fascista. Condannato il sindaco

condannati dal tribunale di Tivoli anche due assessori della giunta per aver realizzato il monumento dedicato al gerarca fascista Rodolfo Graziani.

Apologia del fascismo. Questa l’accusa con la quale il tribunale di Tivoli ha condannato il sindaco e
due assessori della giunta di Affile, comune della provincia di Roma, per aver realizzato il monumento dedicato al gerarca fascista Rodolfo Graziani. “Ora si provveda a cancellare questa vergogna, un’offesa alla Memoria”, l’appello prima dell’Anpi e poi del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che, nel 2013, revocó i fondi stanziati dalla Regione per la realizzazione dell’opera. Per Fratelli d’Italia, invece, si tratta di “una condanna faziosa, frutto di un’accusa anacronistica provocata da un livore ideologico senza senso”.

Secondo il giudice del tribunale di Tivoli, dunque, Ercole Viri e i due assessori Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni sono colpevoli e dovranno scontare la pena, rispettivamente, di otto e sei mesi, oltre a pagare un risarcimento nei confronti dell’Anpi, alla quale spettera’ intanto una provvisionale di
8.000 euro. Per tutti é stata anche disposta l’interdizione dai pubblici servizi per la durata della pena.

La procura, che aveva chiesto due anni per il sindaco e un anno e sette mesi per i due assessori, ha annunciato che ricorrera’ in appello.

Il monumento, inaugurato nel 2012, è al centro di polemiche ormai da anni. Alla vigilia del 25 aprile del 2013, Zingaretti decise di sospendere il finanziamento di 180 mila euro concesso dalle amministrazioni precedenti al Comune di Affile accusando in buona sostanza l’amministrazione di aver cambiato le carte in tavola: quello che doveva essere un neutro ‘monumento al Soldato’, cioe’ al Milite Ignoto, era diventato un omaggio all’ex ministro di Salò. Un gerarca fascista, nato nella vicina
Filettino, che fu accusato di aver usato i gas contro le popolazioni africane prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.

La sentenza di oggi, commenta la neoeletta presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo, costituisce “una rilevante conquista non solo per l’Anpi, custode e promotrice della memoria della lotta partigiana che fece formale denuncia costituendosi poi parte civile al processo, ma per tutta l’Italia democratica e antifascista. I valori che fondano la Costituzione vincono ancora una volta”. La definisce una “sentenza significativa” il legale dell’associazione dei partigiani, Emilio Ricci, “perché, finalmente, un giudice si è pronunciato su una questione complessa e delicata affermando che l’apologia del fascismo si manifesta anche con la creazione di monumenti che celebrano il regime”.

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