Agricoltura in crisi nel Lazio, per il Covid manca la manodopera

Il calo del fatturato potrebbe arrivare nei prossimi mesi anche al 60%. Gli agriturismi già lamentano perdite fino all’80%

Le 68.300 aziende agricole del Lazio tremano. Per effetto delle restrizioni dovute al Covid, la manodopera per la raccolta comincia a mancare. Alcune colture, soprattutto gli ortaggi, rischiano di rimanere sul campo, e a sua volta rischia di far aumentare i prezzi per la scarsità d’offerta. L’agricoltura dunque rischia di avere una pesante battuta d’arresto.

Le associazioni degli agricoltori stimano per il trimestre in corso un calo del fatturato tra il 40% e il 60%. E va male, molto male per gli agriturismi, che erano già stati colpiti dal lockdown. Ora il nuovo Dpcm impone la chiusura alle 18, e sono in pochissimi le strutture che hanno la possibilità o si sono organizzate per l’asporto.

Nel Lazio sono circa 1300 gli agriturismi e 15 mila i posti letto. Strutture che durante il lockdown sono rimaste chiuse a causa delle restrizioni imposte per contenere i contagi, ma che hanno determinato un calo del fatturato di oltre l’80 per cento. Una lievissima ripresa è stata registrata durante il periodo estivo, quando con la riresa delle cerimoni, che erano state bloccate. Le strutture hanno avuto un leggero aumento presenze solo ad agosto, che comunque non è andato oltre il 10 per  cento,  grazie alle prenotazioni di soggiorni prolungati di tre o quattro giorni e ad una maggiore affluenza di turisti italiani. Netto calo dei turisti stranieri, con presenze quasi azzerate, che per alcune strutture rappresentano la maggioranza degli ospiti degli agriturismi. 

Servono dunque interventi urgenti per l’agricoltura laziale . “Siamo davanti ad una situazione di emergenza – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – e non possiamo permetterci di aggravare ulteriormente questa crisi a causa delle lentezze della burocrazia. Le aziende hanno necessità di aiuti e ristori immediati per continuare a mantenere aperte le proprie attività, che rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico. La posizione degli agriturismi, poi, spesso situati in zone isolate della campagna e in strutture familiari, con un numero contenuto di posti letto e a tavola, ma anche ampi spazi all’aperto, rappresentano luoghi sicuri in cui è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio”.

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