Ance Giovani: serve un grande piano di rigenerazione urbana

E 'scansione' patrimonio artistico. Segnali positivi per compravendite nel Lazio

Il Lazio traina gli investimenti nel settore delle costruzioni e anche nella Capitale si avvertono i primi segnali di risveglio nel settore immobiliare, nonostante un panorama ancora critico a livello nazionale sul fronte degli investimenti (e dell’occupazione) nei primi sei mesi del 2016. Ma quello di cui c’è bisogno ora è una pianificazione, un nuovo modo di costruire e ricostruire, una riqualificazione strutturale delle città.

É quanto emerso dall’analisi condotta dall’Ance e presentata al convegno «Ri – generazione! sostenibilità, prevenzione, politiche industriali», promosso da Ance Giovani Lazio e Ance Giovani Frosinone.

Nel Lazio gli investimenti nel settore delle costruzioni, secondo quanto emerge dall’analisi, ammontano a 12.938 milioni di euro e costituiscono il 7,1% di quelli nazionali. E c’è un comparto che dimostra segnali di ripresa:quello delle compravendite residenziali. Queste ultime sono state 48.744 nel 2015. Mentre nel primo semestre 2016 ammontano a 27.108. Sono quindi cresciute, rispetto all’anno scorso, nello stesso periodo, del 15%.

Anche a Roma l’unico comparto con il segno positivo è proprio quello delle compravendite immobiliari. Queste ultime sono state 39.083 nel 2015. Mentre quest’anno nei primi sei mesi ammontano a 21.787 con un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Il settore registra, però, ancora una pesante crisi soprattutto in un indicatore importante come quello del lavoro. Gli occupati nelle costruzioni del Lazio nel 2015 sono stati 135mila l’anno scorso (Frosinone 16.800; Latina 12.500; Viterbo 6.500; Rieti 3.700). Nel primo semestre del 2016 ammontano, invece, a 127 mila. In questi sei mesi, quindi, si registra una flessione degli occupati del 14,7 per cento.

“I segnali di ripresa offrono opportunità che vanno colte. Non bisogna aver paura del cambiamento”, ha affermato il ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, intervenendo al convegno. “Le imprese – ha aggiunto – devono essere dinamiche ed essere protagoniste della rigenerazione del territorio”.

“Assumiamo questi primi, ancora flebili, segnali positivi per dare slancio al presente e al futuro”, ha commentato a Radiocolonna il presidente dei Giovani Ance Lazio Fabrizio dell’Uomo secondo cui per riemerge completamente dalla crisi che ha colpito il settore in questi anni bisogna prevedere un grande piano di rigenerazione. “Rigenerare vuol dire trasformare un territorio o un insieme di edifici e spazi per migliorare la qualità della vita di chi vi abita e vi lavora – aggiunge – creando nuove condizioni di crescita economica. Se perdiamo di vista questo obiettivo e ci limitiamo a considerarla soltanto una questione di contenitori da risistemare allora non andremo molto lontano. E ci vogliono leggi coraggiose – ha aggiunto il presidente di Ance Giovani regionale – in grado di modificare radicalmente norme consolidate ad iniziare dal Codice civile”. Il richiamo è anche alla messa in discussione del Piano Casa regionale che, secondo dell’Uomo, per molti ha significato l’unica opportunità per realizzare interventi di riqualificazione a dimensione delle piccole imprese. Demolizione e ricostruzione, edilizia di sostituzione, riqualificazione strutturale, Deep Regeneration sono tutte formule, secondo i giovani costruttori, che debbono caratterizzare il mercato dell’edilizia di oggi e dei prossimi anni”.

“La digitalizzazione è una parte della semplificazione che serve alle imprese per il futuro, per fare un prodotto edilizio di qualità e costruire qualità di vita elevata e benessere. Parlare di burocrazia è anacronistico quando di fronte abbiamo una rivoluzione digitale in atto.” Queste le parole della Presidente nazionale dei giovani dell’Ance, Roberta Vitale, che ha lanciato anche una proposta: “oggi abbiamo gli strumenti tecnologici per poter fare una scansione digitale del patrimonio storico e artistico del paese per garantirne conservazione e restauro. Se l’avessimo fatto a Norcia, avremmo potuto ricostruire le chiese esattamente come erano prima”, ha concluso. (Giusy Iorlano)

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