Sono quindici al momento, e alcuni con precedenti specifici, i tifosi della Lazio identificati questa mattina dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura sugli adesivi di Anna Frank con la maglietta della Roma comparse in curva sud nel corso della partita di domenica tra Lazio e Cagliari.
Tra i 15 individuati dalla Digos, due sono minorenni, uno dei quali ha 13 anni. La maggior parte degli
ultras fa parte del gruppo degli Irriducibili.
In base a quanto si apprende l’identificazione è stata possibile grazie alle telecamere poste all’interno dello stadio che hanno immortalato almeno tre persone che attaccavano gli adesivi su una vetrata della curva e nei bagni.
Si tratta di tifosi laziali che rischiano la denuncia e un Daspo fino a 8 anni. Proseguono le indagini della polizia per individuare tutti i responsabili dell’accaduto.
E mentre il mondo politico si solleva, con dure prese di posizione da parte di Mattarella, Gentiloni, Renzi e addirittura della casa di Anna Frank di Amsterdam, gli Irriducibili della Lazio – zoccolo duro della tifoseria biancoceleste – minimizzano l’accaduto: “Si tratta di scherno e sfottò da parte di qualche ragazzo forse – spiega in una nota il direttivo -, perché in questo ambito dovrebbe essere collocata questa cosa, anche in virtù del fatto che, come da sentenza di tribunale, (decisione dello scorso 2 febbraio 2017), non è reato apostrofare un tifoso avversario accusandolo di appartenere ad altra religione”.
Prima della gara tra Bologna e Lazio al Dall’Ara verranno distribuite foto di Anna Frank a giocatori e tifosi: un’iniziativa promossa dall’associazione “W il calcio” a cui ha aderito anche il Comune di Bologna. Non solo. La Federcalcio d’intesa con l’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane) ha disposto che su tutti i campi di gioco nel fine settimana sarà letto un brano del ‘Diario di Anna Frank’ prima dell’inizio delle partite con un minuto di riflessione: tutti i capitani delle squadre regaleranno una copia del libro, insieme a quella di “Se questo è un uomo” di Primo Levi ai bambini che tradizionalmente li accompagnano sul terreno di gioco.