Atac, Cantone: no incompatibilità Simioni a incarico dg

Lo ha deciso l’Anac con una delibera con cui ha stabilito di archiviare la segnalazione che riferiva della presunta incompatibilità.

Nessuna incompatibilità all’incarico di Dg di Atac per Paolo Simioni. Lo ha deciso l’Anac con una delibera con cui ha stabilito di archiviare la segnalazione che riferiva della presunta incompatibilità.

L’Authority guidata da Raffaele Cantone ha inoltre deciso di sottoporre al Rpct (responsabile, prevenzione e corruzione e trasparenza) di Atac “la valutazione dei profili relativi al rispetto della legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, ndr) in materia di conflitto di interessi, chiedendo di rendere noti gli esiti degli accertamenti svolti”.

In particolare all’Anac era arrivata una segnalazione in merito alla presunta violazione di legge con particolare riferimento alla sussistenza di cause di incompatibilità tra l’incarico di Direttore Generale di Atac SpA e le cariche di Presidente e Amministratore Delegato della medesima società. Pertanto erano stati chiesti chiarimenti all’Azienda. Dall’analisi svolta, Anac “evince una distinzione operata dal legislatore fra incarichi amministrativi di vertice, tra cui viene espressamente indicato l’incarico di Direttore Generale, e gli incarichi dirigenziali interni ed esterni. Ciò premesso – si legge nella delibera – l’art. 12 del d.lgs. n. 39/2013 disciplina l’incompatibilità soltanto per gli incarichi dirigenziali interni ed esterni. Ne consegue che l’incompatibilità disciplinata dal suddetto articolo non trova applicazione con riferimento all’incarico di Direttore Generale, esplicitamente ricompreso dal legislatore nel novero degli incarichi amministrativi di vertice, trattati in modo differente rispetto agli incarichi dirigenziali. Pertanto, in base al tenore letterale dell’art. 12, il caso in esame non rientra nelle fattispecie delineate dall’art. 12 del d.lgs. n. 39/2013, né si configurano violazioni delle altre disposizioni del medesimo decreto legislativo”.

L’Autorithy infine evidenzia “la mancata risposta del RPCT in merito alla valutazione dei profili relativi ad eventuali situazioni di conflitti di interessi, anche potenziali, in capo al Simioni, nonostante tali aspetti siano stati oggetto di specifica richiesta dell’Autorità. Tenuto conto che l’accertamento di situazioni di conflitto di interesse, anche potenziale, rientra nelle competenze del Rpct, si ritiene di rimettere a lui la questione, per le verifiche e le valutazioni di competenza”.

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