Un tram che si chiama disastro, avrebbe detto Marlon Brando se avesse visto gli episodi grotteschi che avvengono ogni giorno sui trasporti pubblici romani. Uno degli ultimi arriva dal tram 3, l’affollatissima linea tranviaria che porta tanti studenti universitari alla Sapienza e taglia Roma da Parioli a Trastevere. A raccontarlo è Francesca Paci, giornalista de La Stampa, che su Instagram ha raccontato un episodio incredibile che è accaduto alla tata filippina di sua figlia. Venerdì 8 settembre alle 14:00 la signora – regolare in Italia da dieci anni, in possesso di documenti e permesso di soggiorno – incontra sul tram 3 un controllore che le chiede il biglietto o l’abbonamento. Nonostante lei gli mostri la tessera, il dipendente di Atac pretende che la signora gli faccia vedere anche lo scontrino e una prova che quell’abbonamento sia davvero suo. Uno zelo sorprendente che non cerca di scovare chi il biglietto non ce l’ha ma tenta di scoprire l’identità di chi si presenta con un regolare titolo di viaggio. Nell’attesa il controllore fa scendere la collaboratrice domestica, le trattiene la tessera e impedisce alla signora di risalire sul tram nonostante gli mostri una foto dello scontrino su Whatsapp. “Avrei tanto voluto che la tata di mia figlia chiedesse il nome del controllore e il suo numero di matricola, avrei voluto cercarlo e domandargli se si tratta di una nuova procedura, se da oggi in poi a Roma sia bene portarsi dietro gli scontrini dei biglietti di autobus e metro – racconta Francesca Paci – Purtroppo però, lei non gliel’ha chiesto, si è imbarazzata di passare per una ladra davanti a tutti i passeggeri del tram, aveva fretta di arrivare a scuola: è scesa, ha esibito i documenti, è rimasta lì alla fermata ad aspettare la corsa successiva”. In epoca di crisi aziendali e di concordati preventivi colpisce come il ruolo di controllore – potenziale segugio di evasori con il potere di comminare sanzioni e grandi multe – venga concepito in modo poliziesco nel senso più deteriore del termine. I controllori di Atac hanno un compito importante, quasi eroico e spesso svolto senza risorse adeguate: inculcare il timore della sanzione nei confronti di coloro che decidono di salire su un bus senza il biglietto. Un ruolo complesso, pericoloso, che non ha bisogno di John Wayne o di Giustizieri della Notte ma di coraggio e buon senso. Nonostante si debba avere lo scontrino con sé, una foto su whatsapp (che secondo la Paci è stata mostrata dalla signora al dipendente Atac) avrebbe potuto rasserenare il controllore che invece ha preferito proseguire sulla via dell’intransigenza. Episodi come questo non fanno onore alla categoria e distolgono l’attenzione da coloro che davvero dovrebbero essere perseguiti e disturbati: i portoghesi, come si diceva un tempo.
Atac e gli abbonati di serie B: la brutta storia sul tram 3
Su Instagram Francesca Paci racconta il fattaccio accaduto alla tata della figlia: fatta scendere dal tram nonostante la tessera
