ATAC e il sistema tariffario: problemi e prospettive

Focus sull'andamento di biglietti e abbonamenti nel trasporto pubblico capitolino. In collaborazione con Mercurio Viaggiatore

Qualche settimana fa la sindaca di Roma Virginia Raggi ha presentato il nuovo bit digitale. Si chiama ‘Atac+Facile’ e consentirà agli utenti del trasporto pubblico di Roma di acquistare il biglietto direttamente dal proprio smartphone.

Ma come funziona il sistema tariffario di Roma? Quali sono i problemi più rilevanti e le soluzione possibili per attenuare gli effetti dell’evasione tariffaria?

Radiocolonna, in collaborazione con il blogger Mercurio Viaggiatore, propone una panoramica sul tema e diverse chiavi di lettura per capire la complessità e le questioni aperte del sistema tariffario romano.

UN PO’ DI STORIA RECENTE

Dodici anni fa, nel 2006, dalla vendita di biglietti e abbonamenti ATAC incassava 207,4 milioni di euro. Una cifra che oggi, applicando i coefficienti ISTAT di rivalutazione monetaria, equivale a circa 238 milioni. (linea blu nel grafico)

(Fonte: elaborazione Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale su dati ATAC)

 

Dal maggio del 2012 ATAC ha aumentato il prezzo del biglietto del 50%, ha scoperto e denunciato un sistema parallelo di vendita di biglietti clonati – stimato fino a 100 milioni all’anno – e ha aumentato progressivamente multe e controlli per contrastare l’evasione tariffaria, calcolata in 80 milioni annui). Nonostante queste misure, nel 2016 – ben 10 anni dopo – i ricavi sono stati di soli 264,8 milioni, poco più del 10% rispetto a dieci anni prima. Lo scorso anno i ricavi sono stati solo dello +0,7% rispetto al 2016 .

(fonte: sito web ATAC, articolo del 16/01/2018).

 

LA SITUAZIONE ATTUALE

I controllori non incutono il giusto timore tra i ‘portoghesi’ e sono aumentati quelli che non pagano le multe o danno nomi di fantasia, visto che nel 2013 circa il 50% dei multati ha pagato la sanzione e nel 2016 solo il 20%. La scarsa efficienza del trasporto induce molti romani ad affidarsi alla mobilità privata a scapito di quella pubblica.

I dati evidenziano inoltre una domanda abbastanza rigida, caratterizzata da una fetta della torta molto consistente riferibile alla vendita dei biglietti – quasi il 54% degli incassi – legata anche al consistente flusso di turisti a Roma. Gli abbonamenti annuali costituiscono solo il 19% degli incassi, e numericamente sono meno dell’1% dei titoli venduti.

IDEE E POSSIBILI SOLUZIONI

In questo contesto, una possibile soluzione potrebbe essere quella di aumentare il prezzo dei biglietti almeno a 2€, considerato che il costo a Roma è tra i più bassi in Europa e che anche a Milano stanno adottando analogo provvedimento. L’aumento graverebbe per lo più sui fruitori occasionali, per lo più turisti, e sposterebbe l’utenza verso gli abbonamenti, il cui costo potrebbe rimanere invariato.

Oltre agli attuali abbonamenti per la rete integrata (metro, tram, bus e treni nel perimetro comunale, gestiti da Atac, Cotral, Trenitalia e RomaTPL), si potrebbe creare un nuovo abbonamento annuale, non frazionabile, per la sola rete di superficie bus e tram di Atac e RomaTPL, ad un prezzo decisamente conveniente (meno di 50€). Lo scopo dovrebbe essere quello di attirare e fidelizzare l’utenza occasionale ma residente a Roma e quella che potenzialmente rientra tra gli evasori.

Premessa fondamentale è che il Comune di Roma paghi ATAC al 100%, analogamente a quanto già fa con RomaTPL e a quanto avviene a Milano con ATM, e si faccia carico della distribuzione e vendita dei biglietti, in modo da poter operare con più autonomia e flessibilità sul sistema tariffario

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